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Allarme sicurezza
26 Luglio 2023 - 06:01
Il furto nella sede Aizo di via Foligno
Armadietti aperti, fogli e scartoffie di vario tipo gettate a terra. Quasi con disprezzo. E poi i furti, quelli che fanno più male: due portatili, due iPhone, un BlackBerry oltre a 500 euro spariti nel nulla (di cui 30-40 euro in monete). È molto arrabbiata la presidente di Aizo, Carla Osella.
Chi è entrato nella sede di via Foligno 14 ha voluto probabilmente fare un dispetto. «Sì, per me è una sorta di vendetta - racconta -. Guardate da dove sono entrati, da una finestrella dove può passare giusto un bambino». Una vendetta per qualcosa che non è stato ottenuto.
Carla Osella indica il punto da cui sono entrati i ladri
Vendetta?
«Noi qui aiutiamo molte famiglie rom e sinti bisognose - continua Osella -. Diamo del cibo ma possiamo anche aiutare a fornire documenti. Tuttavia deve essere tutto in regola, se qualcuno non è onesto con me io non lo aiuto». È possibile che qualcuno, risentito, abbia deciso di tornare a fare visita all’Aizo. Ma di notte, a personale assente. «Sapevano bene come muoversi e dove mettere le mani». I ladri hanno anche spaccato una porta e portato via vestiti per i bambini.
Il furto nella sede dell'associazione Aizo
«Forse hanno provato a portare via una grossa borsa con bottiglie d’olio. Ma è pesantissima, immagino abbiano rinunciato». La Osella ha provveduto a far denuncia alla polizia. Ma per riavere il bottino indietro ha usato anche un’altra strada, forse meno ortodossa: contattare le famiglie rom che si sono sempre dimostrate corrette. «Ho sentito anche chi vive nelle case popolari occupate a Torino - spiega -. Ho chiesto una mano, se qualcuno conosce i ladri mi aiuti a riavere la merce rubata. Noi non meritiamo tutto questo».
L’appello
Quello dell’Aizo, insomma, è una sorta di appello di un’associazione che recentemente ha compiuto e superato i 50 anni (e che è nata proprio a Torino nel 1971). Con attività come doposcuola, anche in loco (presso strada Aeroporto), accompagnamento sanitario, scolastico e giuridico e - non meno importante - uno sportello per consegna cibo, documenti o per denunce.
L’associazione è attiva sui social media tramite l’ufficio stampa e l’Osservatorio Nazionale Rom e Sinti. Sono inoltre a disposizione mostre fotografiche, ben dettagliate e a tema specifico (genocidio, donne, cultura etradizioni). «Mi auguro davvero - conclude Osella -, che qualcuno, leggendo queste righe, ci riporti tutto. Anche in anonimato».
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