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L'ANALISI

Covid, non si muore più. Però...

In Piemonte l’ultimo paziente in terapia intensiva a luglio, nessun morto per il virus da almeno un mese e mezzo. Ma con la nuova variante Eris in autunno ci si dovrà vaccinare ancora

Covid, non si muore più. Però...

Benché “declassato” dall’Organizzazione mondiale della Sanità, lo scorso maggio, il Covid continua a far tenere alta l’attenzione di medici e specialisti in vista dell’autunno. Ora a far paura è l’ultima mutazione del virus: la Eg5 ribattezzata Eris nel Regno Unito, come la “dea della discordia” del mito classico e che già contende il primato di variante più aggressiva ad Arturo e Kraken.

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La “campagna” d’autunno
Il giorno dopo il varo del decreto del governo che ha messo fine all’isolamento per i contagiati, a un mese e mezzo dall’ultimo decesso registrato in Piemonte, negli ospedali già si pensa a cosa potrà capitare nelle settimane che andranno tra il ritorno dalle ferie estive e la riapertura delle scuole. Se il ministero della Salute sta pensando «a una campagna vaccinale su base volontaria da affidare ai medici di famiglia», come spiegano dal Dipartimento Malattie ed Emergenze Infettive della Regione che, lo scorso anno, aveva preso il posto dell’Unità di Crisi, all’ombra della Mole Antonelliana, nell’eventualità di una nuova ondata potrebbero restare operativi almeno due “hub” vaccinali già utilizzati durante la pandemia. «Al momento la situazione appare tranquilla, con un lievissimo aumento di contagi rispetto alle settimane passate, ma nulla di particolarmente significativo. Siamo comunque sempre pronti a fronteggiare qualsiasi evenienza» sottolinea il direttore generale dell’Azienda Zero del Piemonte, Carlo Picco, guardando agli ultimi bollettini diramati dalla Regione. Il riferimento, in particolare, va a quello dello scorso venerdì quando l’occupazione dei posti letto ordinari per Covid era allo 0,8 % e vedeva vuote le terapie intensive dallo scorso 23 luglio, mentre la positività dei tamponi saliva al 2,6%. L’incidenza della settimana passata, dunque, restava sotto dieci casi ogni 100mila abitanti. «Un indice di un andamento ampiamente sotto controllo» con 37 casi in media al giorno di cui un terzo nellla provincia di Torino. «Sono numeri molto più bassi se pensiamo a quelli dello scorso anno in estate» confermano anche gli specialisti. «Ci troviamo in una fase che, come altre, ci vede parecchio più immunizzati rispetto ad altre parti del mondo: un po’ per via dei contagi e della circolazione che il Covid ha avuto negli anni passati, un po’ per la campagna vaccinale che è stata imponente» commenta l’infettivologo dell’Università degli Studi di Torino. «Una volta “declassato” il virus si entra in quella che è, a tutti gli effetti, non è più considerata una pandemia, per cui mi aspetto che dall’autunno ci sarà una campagna vaccinale un po’ come già capita per l’influenza stagionale che, non dimentichiamoci, continua ogni anno a fare i suoi numeri».


La nuova variante Eris
Non dovrebbe spaventare nemmeno la nuova variante che, ormai da qualche giorno, occupa i titoli dei quotidiani specie all’estero. In Inghilterra, infatti, l’ultima mutazione del virus rappresenta già circa l’11,8% dei casi di Covid. E anche negli Usa, dove ha preso il sopravvento sul Arturo e Kraken. La prima, solo il mese scorso, aveva preso il sopravvento rappresentando almeno il 20% dei contagi complessivi, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità.

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