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L'ALLARME

Torino infestata dai “calabroni killer” «Nascosti in riva al Po e nei cimiteri»

La ditta Cordella Disinfestazioni: «Chiamate aumentate del 50% dopo la morte del piccolo Emil»

Torino infestata dai “calabroni killer” «Nascosti  in riva al  Po e nei cimiteri»

La tragedia della morte di Emil, un bimbo di soli 9 anni di nazionalità tedesca, morto dopo essere punto da un calabrone mentre era vacanza in un agriturismo nell’Alessandrino, potrebbe verificarsi anche a Torino. Ne è convinto Adriano Cordella, titolare di una ditta di disinfestazione che da 30 anni si occupa di debellare, tra i vari insetti, anche i calabroni.

Com'è la situazione a Torino?

«Quest’anno la situazione in città è disastrosa, i favi (nidi) di calabroni e vespe sono cresciuti e dopo queste morti - compresa quella della signora deceduta a San Benigno dopo 4 anni di coma - le chiamate sono aumentate perché la gente ha paura. In questo periodo i favi, che si sono formati a maggio, sono molto grossi e dureranno fino a dicembre. Inoltre adesso è il periodo più pericoloso perché la gente spesso torna in luoghi che sono stati chiusi da mesi e si trova dei nidi popolati da centinaia di calabroni: questi animali si organizzano con delle “sentinelle” che attaccano l’uomo qualora percepissero un pericolo per il favo».

Dove si annidano in genere i calabroni?

«Nell’incavo degli alberi, nei camini, tra le saracinesche, nei ricoveri per gli attrezzi, ma anche nei cimiteri: si insinuano tra le tombe o sottoterra. In genere scelgono i luoghi dove l’uomo è meno presente. Anche se spesso vengono attirati dalla frutta e dalla carne, sono animali onnivori, quindi potrebbero avvicinarsi durante i pic-nic e le grigliate e magari pungere qualcuno».

A Torino esistono zone più a rischio?

«Sì, sto effettuando tanti interventi lungo il fiume Po, come in corso Casale o in Lungo Po Antonelli e Voghera».

Come avviene una disinfestazione?

«Utilizziamo la schiuma con pochissimo insetticida per isolare il favo, lo stacchiamo e lo portiamo via». Ovviamente è necessaria una protezione. «Indossiamo delle tute cerate molto spesse con guanti e stivali attaccati per non essere punti. Ma il rischio è sempre dietro l’angolo: ci portiamo sempre dietro l’adrenalina qualora venissimo punti dai calabroni. E’ obbligatorio per chi svolge questo mestiere. Io stesso sono stato recentemente punto due volte, ma per fortuna non sono allergico».

Oltre ai calabroni esistono altri insetti letali per cui viene contattato?

«Ci sono le vespe germaniche che sono altrettanto pericolose. E poi nell’ultimo periodo fa un gran parlare di sé la vespa velutina, o calabrone asiatico, che però nel Torinese non si è ancora vista».

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