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Temporali e vento devastano l'Italia
28 Agosto 2023 - 15:39
Se Nerone ci ha bruciati, Poppea ci sta devastando con la furia dei venti, dei rovesci di pioggia e delle mareggiate. Battezzato "Betty" nel resto d'Europa, qui Poppea è il nome del ciclone - ormai uragano - che si sta abbattendo sul nostro Paese. Ma perché si chiama così? E chi li sceglie questi nomi per i fenomeni atmosferici?.
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Contrariamente a quanto si pensa, non si tratta di sensazionalismo giornalistico, ma della "classificazione" effettuata da un solo uomo, Antonio Sanò. Quarantasei anni, ingegnere di Padova, Antonio Sanò è il fondatore del sito IlMeteo.it ed è lui a dare i nomi a cicloni e tempeste. Undici anni fa scelse Scipione per il caldo africano e poi le agenzie di stampa, riprendendo il nomignolo, diedero risonanza e ufficialità alla cosa. Ma lui ha già spiegato che la scelta di questi nomi - "Caronte" lo scelse, tanto per dire, per amore di Dante - è per "rendere più facile e diretto l’accesso alle persone. Le figure metaforiche danno un'idea chiara, immediata. Bisogna rendere la meteorologia una scienza per tutti". E lui meteorologo non lo è, tantomeno ufficiale dell'aeronautica, come eravamo abituati decenni fa: come detto, lui è un ingegnere e la sua specialità e fornire modelli matematici per le previsioni.
Dunque, perché Poppea, allora? "Perché semplicemente è la moglie di Nerone. Una diretta conseguenza perché l’anticiclone ha sempre un nome maschile, mentre il ciclone femminile". E svela che "era la vecchia nomenclatura, quando durante la seconda guerra mondiale gli aviatori statunitensi si imbattevano nelle tempeste e per distinguerle una dall’altra davano i nomi della suocera o della moglie. Poi c’è stata la rivoluzione del ’68 e oggi in America alternano, un anno usano i nomi femminili e l’anno dopo maschili". E statisticamente, negli Usa un tifone con nome femminile è sempre di intensità maggiore.
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Intanto, anche Poppea è cambiata ed è diventata un Medicane - pronunciato all'inglese - dalla contrazione di Mediterranean Hurricane, ossia un uragano mediterraneo. Questo accade nel momento in cui il fronte freddo trova le acque calde del Mediterraneo e assume la conformazione di un uragano, con un "occhio del ciclone" al centro e una conformazione circolare e rotatoria. Anche se la sua estensione sarà di "soli" 100 chilometri a fronte dei 400 della norma.
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