l'editoriale
Cerca
L'ALLARME
07 Settembre 2023 - 06:30
Capita spesso di passare a fianco da un cassonetto bianco della raccolta degli abiti usati e trovare mucchi di vestiti sul marciapiede. Il motivo? I bidoni vengono sempre più saccheggiati dai ladri che li svuotano per trovare qualche capo da rivendere, ma con conseguenze a volte fatali per gli stessi “predoni” che rimangono intrappolati all’interno. «Sì, perché i nostri cassonetti sono fatti per gettarci dentro i vestiti e non per tirarli fuori» sottolinea con un certo disappunto il senatore Andrea Fluttero, presidente della cooperativa Lavoro e Solidarietà che gestisce il servizio di raccolta degli abiti usati a Torino e in mezzo Piemonte.
Il senatore, dopo aver visto il nostro video pubblicato sul sito, con un uomo infilato dentro un cassone bianco posizionato in piazza Chironi intento a frugare tra i capi di abbigliamento usati, ci ha contattati per spiegare la situazione non semplice in cui il suo team, formato da trenta dipendenti, tra cui dieci categorie protette, si trova a operare. «I nostri cassonetti sono costantemente oggetto di furti, spesso i ladri inseriscono anche all’interno dei ganci per recuperare determinati oggetti, e sparpagliano tutti i vestiti per terra rendendoli così impossibili da riciclare perché si sporcano» spiega Fluttero.
«Questi furti - aggiunge - danneggiano l’intera filiera del riciclo, e ci tengo a sottolineare la parola “riciclo”. A volte la gente pensa che i vestiti gettati nei nostri cassonetti vengano donati ai bisognosi ma non è così, vengono raccolti quotidianamente e venduti ai selezionatori, figure professionali che si occupano di rivenderli ai mercati e ai negozi dell’usato, oppure alle industrie che li trasformano in pezzame, imbottiture, strofinacci o pannelli fonoassorbendi dei cofani delle auto. Tutto ciò che guadagniamo quindi si basa sui vestiti che raccogliamo e rivendiamo nell’ottica della sostenibilità europea».
Spesso i cassonetti bianchi vengono definiti come “trappole”. A ottobre dello scorso anno, il cuoco 22enne marocchino Maourame El Allam, era rimasto chiuso dentro uno di questi bidoni in piazza Moncenisio ed è morto per soffocamento. «I nostri contenitori, 1.700 in Piemonte, sono usati in tutta Europa e servono per raccogliere i rifiuti non per entrarci dentro» ribadisce Fluttero: «E’ lo stesso concetto della grondaia - evidenzia -, serve per far defluire l’acqua, non per far entrare il ladro in casa».
Nel frattempo il cassonetto in piazza Chironi è stato rimosso su indicazione di Amiat. A esultare è la presidente del comitato TorinoinMovimento, Federica Fulco, che aveva segnalato la presenza di un uomo all'interno. «Abbiamo richiesto la rimozione anche perché quest'area era diventata una discarica abusiva, nella piazza c'erano anche water e materassi abbandonati».
CronacaQui.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Consiglio di amministrazione: Presidente Massimo Massano | Consigliere, Direttore emerito e resp. trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo..