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La ricostruzione
28 Settembre 2023 - 06:40
Martino Benzi e Monica Berta il giorno del loro matrimonio
«Sono stato io, ho distrutto la mia famiglia che amavo più di ogni cosa. Sono rovinato».
Poche righe, che racchiudono tutto quello che Martino Benzi, 66 anni, ha fatto ieri mattina ad Alessandria. Ma non spiegano ancora perché abbia ucciso a coltellate il figlio Matteo e la moglie Monica Berta, per poi andare alla vicina casa di riposo e fare lo stesso con la suocera, Carla Schiffo. E infine si è sgozzato: quattro morti in poche ore di furia omicida, forse premeditata. Ma ancora nessun perché.
La scia di sangue
Sulla dinamica e sulle cause della strage stanno indagando i carabinieri e la Procura di Alessandria.
Gli investigatori hanno fatto il percorso a ritroso, dall’omicidio-suicidio nel giardino della rsa Divina Provvidenza. E’ stato il primo a emergere ma l’ultimo a essere consumato: secondo quanto ricostruito, il 66enne si è svegliato molto presto ieri mattina nella casa al terzo piano di via Lombroso 6.
Erano le 7.10 quando ha impugnato un coltello e si è scagliato contro il figlio 17enne, studente al quarto anno dell’istituto tecnico Volta di Alessandria. Matteo era ancora nel letto quando è stato ucciso. Invece sua madre, 55 anni, si era già alzata e sembra che ci sia stata una breve colluttazione con il marito, che poi ha avuto la meglio e l’ha uccisa. Cosa sia successo dopo è solo un’ipotesi, visto che ci sono oltre 3 ore di “buco” nella mattinata del killer: probabilmente ha preparato i due biglietti con cui ha rivendicato la strage. Uno lo ha lasciato in casa, l’altro lo se l’è infilato nella giacca prima di percorrere a piedi i 3 chilometri fra via Lombroso e la casa di riposo dove la suocera viveva da un anno e mezzo. Alle 10.30, quando è iniziato l’orario di visita, era al primo piano: «Martino, sei arrivato!» l’ha accolto con un sorriso la 78enne Carla Schiffo. Lui l’ha accompagnata in giardino e ha ucciso anche lei a coltellate. Poi si è sgozzato: accanto al corpo, i carabinieri hanno trovato addosso un coltello e un rasoio, sequestrati così come tutti i coltelli presente nella casa di via Lombroso.
Giallo sul movente
Un’operatrice, che in quel momento era in pausa e stava fumando una sigaretta, ha assistito alla scena e ha dato l’allarme. Ma i soccorritori non hanno potuto fare altro che constatare i due decessi. Poco dopo gli inquirenti hanno trovato il biglietto addosso a Benzi: «Andata a casa, troverete due cadaveri» era la sostanza del secondo messaggio.
I carabinieri hanno avuto la conferma quando sono arrivati in via Lombroso e si sono trovati davanti i corpi di Matteo e della mamma, che nessuno aveva visto quella mattina: il ragazzo non si era presentato a scuola, anche perché le lezioni dovevano iniziare alle 10.30 a causa di un’assemblea sindacale. Così come la mamma, che lavorava alla gioielleria Damiani di Valenza Po (di recente si era ammalata di leucemia ma era guarita un anno fa dopo il trapianto di midollo).
Ma perché il 66enne alessandrino ha compiuto questa strage? Era un marito felice e un padre orgoglioso, almeno stando a quello che scriveva suo blog l’ingegnere laureato al Politecnico di Torino: «Sono uno che si è deciso a fare un figlio a 50 anni, età in cui qualche mio compagno di scuola diventava nonno. Una cosa del genere mi costringe a mantenermi giovane e al passo coi tempi». Si definiva «un padre orgolione» ma ieri ha impugnato un coltello e ha fatto una strage.
Lo shock della città
Per i vicini era «una famiglia da Mulino Bianco», compresi quelli che hanno vissuto per anni in via Lombroso. Nessuno si sarebbe mai aspettato che Martino Benzi potesse uccidere la moglie, il figlio e la suocera: «Non so cosa gli sia scattato nella testa - commenta Olexandra, signora ucraina che ha cresciuto i suoi figli accanto al 17enne Matteo - E’ una tragedia inspiegabile, sono stata tanto male quando ho saputo che erano loro». L’amico GianMario lo descrive come «una persona normalissima, passava quasi inosservata. Era assolutamente impossibile presagire una tragedia del genere».
Neanche alla casa di riposo della Divina Provvidenza riescono a darsi una spiegazione. Anzi, sono stupiti: «Benzi e la moglie venivano tutti i giorni, il ragazzo una volta la settimana - considera una suora davanti alla casa di riposo - Ieri si è comportato come tutti i giorni. Invece aveva già consumato la tragedia a casa». E’ probabile che, dopo i primi i due omicidi, il 66enne si sia lavato e cambiato: «Noi abbiamo sempre colto un rapporto bellissimo con la famiglia, d’altronde marito e moglie venivano tutti i giorni a braccetto a trovare la signora. Lei era dolcissima. E’ una tragedia familiare di cui non conosciamo i risvolti, siamo rimasti tutti esterrefatti».
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