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Giochi invernali nella bufera
30 Settembre 2023 - 10:00
Le Olimpiadi di Milano-Cortina stanno andando incontro a una figuraccia memorabile. E Torino, se non gongola, almeno prova a sperare. Perché il flop sull'asse venetolombardo potrebbe rilanciare clamorosamente le montagne olimpiche del 2006 e soprattutto la pista da bob e slittino - o quel che ne rimane - dove Armin Zoeggeler fu medaglia d'oro.
E' notizia fresca che i vertici del Coni abbiano preso contatti con la Fondazione XX Marzo, quella creata per la gestione del post olimpico, con risultati che sono sotto gli occhi di tutto. I funzionari dello sport hanno chiesto all'attuale presidente, Francesco Avato ex sindaco di Bardonecchia, il dossier completo sulla ex pista e i costi per rimetterla in funzione.
Tutto parte da un intervento in Parlamento del deputato Pd Mauro Berruto, che ha impegnato il governo con un ordine del giorno a prendere in considerazione siti italiani, per trovare una alternativa a Cortina. Dove pare praticamente scontato che la pista da 125 milioni di euro non sarà costruita in tempo per le Olimpiadi invernali del 2026. Ecco, quindi, che sono cominciati i sondaggi per andare oltre confine: a Innsbruck, in Austria, tutta la faccenda costerebbe 30 milioni. Che però il land del Tirolo non ha ancora stanziato completamente.
Una corsa contro il tempo - ben più che non quella del bob o degli slittini, ai bei tempi, lungo il ghiaccio di Cesana - che ha visto spuntare anche l'ipotesi di una trasferta a Pechino (!). Olimpiadi italiane con una gara a Pechino. Un po' come se la Supercoppa del calcio italiano si giocasse in Arabia Saudita (toh, in effetti è quel che accadrà).
La Fondazione, quindi, spera di convincere soprattutto la società che dovrebbe costruire gli impianti, la stessa che già tempo fa aveva bocciato senza appello Cesana (e Torino), sostenendo che sarebbe costato meno costruire un impianto ex novo anziché ricostruire Cesana. Avato replica forte di un dossier della Fondazione, secondo cui rimettere in funzione l'impianto del ghiaccio costerebbe appena 6 milioni di euro, al netto di altre spese per rifare la struttura e, dice lui, riqualificare la montagna stessa. Il dossier, però, è del 2013. E da allora sono cambiati un po' i prezzi, soprattutto sul piano energetico.
Torino, comunque, dopo aver affossato la propria candidatura ai tempi, adesso cerca di approfittare delle figuracce altrui. Di solito, però, non porta bene.
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