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Automotive e politica
04 Ottobre 2023 - 11:12
11 luglio: Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso incontra Carlos Tavares, ad di Stellantis, e annuncia un piano per un milione di autoveicoli da produrre in Italia. Pochi giorni dopo, nell'incontro con i sindacati, il ministro parlava di accordo da firmare entro fine mese. 8 agosto, come riportato da RaiNews: "Il ministro delle Imprese Adolfo Urso auspicava la firma di un accordo entro Ferragosto, per raddoppiare la produzione di autoveicoli in Italia". 6 settembre, il ministro Urso dice: "Il piano con Stellantis sta per essere definito". 8 settembre, sempre il ministro Urso, "La prossima settimana definiremo il piano con Stellantis". 23 settembre, annunciamo il massiccio ricorso alla cassa integrazione nello stabilimento di Mirafiori, sulla linea della 500 elettrica. E il ministro? Se la prende con i governi "di sinistra" per l'assenza ai tempi della fusione di Fca e Psa.
Siamo a ottobre, dell'accordo per un milione di autoveicoli non si sa nulla. Stellantis intanto annuncia cinque nuovi modelli in produzione a Melfi. Milano Finanza riporta testualmente che "Gli incontri non si sono mai fermati, assicurano dal Mimit, dove si sta lavorando alla finalizzazione di un accordo con una prospettiva ampia che guarda al 2030. Le riunioni tecniche sarebbero proseguite anche in queste settimane, ma al momento non si è arrivati ancora a nulla di conclusivo. Del resto, la trattativa con Stellantis non è certo semplice e si intreccia con il tema degli incentivi".
Come ribadito anche dai sindacati nelle scorse settimane, Stellantis non ritiene sufficiente il piano di incentivi proposto dal governo. Ecco perché, adesso, si fa strada l'ipotesi di un "modello francese", per proteggere il mercato locale dall'invasione cinese. Come riporta sempre MilanoFinanza, "il nuovo schema di incentivi proposto dalla Francia giudica i vari modelli di auto in base anche ad altri fattori, tra cui la quantità di energia che è stata utilizzata per produrre i materiali che li compongono e quella che è servita per il loro assemblaggio e per il trasporto e l’immissione sul mercato. Il risultato è che, con queste nuove regole studiate da Parigi, molto probabilmente la maggior parte delle auto cinesi non beneficeranno degli incentivi, dato che l’industria dell’auto in Cina è in gran parte alimentata da elettricità generata dal carbone e che le auto vengono importate in Europa via mare".
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