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LA PROTESTA

«La carrozzina dell'Asl è senza freni, se mi muovo mi schianto»

L'odissea in casa della signora Carla, disabile, malata oncologica, colpita da un ictus, da 10 mesi in attesa di una sedia a rotelle funzionante

«La carrozzina dell'Asl è senza freni, se mi muovo mi schianto»

La carrozzina è senza freni e la disabile è bloccata in casa da un anno. Un foulard in testa, il braccio tenuto fermo con un tutore, seduta sulla carrozzina che non può spingere perché le è stata consegnata con i freni rotti. Nell’espressione della signora Carla (il nome è di fantasia) si legge tutto il suo sdegno per non poter essere autonoma e soprattutto perché a 10 mesi dalla richiesta non può ancora contare su una carrozzina che funzioni. Malata oncologica, viva per miracolo dopo un brutto ictus che l'ha paralizzata lo scorso ottobre, Carla a gennaio di quest'anno ha fatto richiesta all’Asl di una sedia a rotelle per potersi muovere liberamente in casa.

L'odissea di Carla

Inizia così l'odissea casalinga della 76enne residente nelle case popolari di via Scarsellini a Mirafiori. «Ho dovuto attendere 4 mesi e a maggio di quest'anno l'Asl mi ha consegnato una carrozzina monoguida. Peccato che non abbia i freni e quindi se mi muovo da sola mi schianto». Ma Carla non si è persa d'animo. Ha provato più volte a contattare l'Asl di riferimento. «Tra beghe burocratiche di autorizzazioni rimpallate tra gli uffici e l'azienda fornitrice della sedia, la mia carrozzina non è ancora stata riparata. E dopo un'attesa di 10 mesi dalla richiesta ho deciso di dire basta. Io non posso muovere le gambe e questo disservizio è una vergogna». 

L'appello della nipote

Ad aiutare Carla c'è la nipote che deve spingere la sedia per spostare la zia da una stanza all'altra. 
«Dopo l'ictus abbiamo dovuto pagare di tasca nostra l'affitto di una carrozzina e poi quando finalmente ci è stata consegnata abbiamo avuto la brutta sorpresa. Abbiamo sollecitato, aspettato, risollecitato, pregato con la calma estrema, urlato, minacciato, ma non è servito a nulla» spiega la nipote, rivivendo l'incubo dei mesi scorsi: «Abbiamo ricevuto sì tante telefonate da tutti, ma solo telefonate, che quasi ci sentiamo presi per il naso. Chiediamo aiuto noi che abbiamo ancora la voce e la forza per farlo, poi penso a quei poveri anziani disabili che non hanno nessuno. Loro poverini come fanno?». 

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