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CARCERE LORUSSO E CUTUGNO

Agente scopre una distilleria in cella, pestato dai detenuti

Ancora violenza nel carcere di Torino: «E' il 37° agente ferito dall'inizio dell'anno»

Agente scopre una distilleria in cella, pestato da 6 detenuti

Ha scoperto una sorta di distilleria clandestina che era stata allestita in una cella del carcere di Torino e per questo è stato pestato a sangue da uno dei sei detenuti che ricavavano alcol dalla frutta. In questo modo ricavano grappa artigianale che, a quanto pare, sarebbe poi scambiata con altri detenuti del carcere in cambio di sigarette o altri beni. L'ennesima aggressione nel carcere di Torino è avvenuta ieri pomeriggio nel padiglione C del Lorusso e Cutugno e ha visto come vittima un agente di polizia penitenziaria, il 37° a essere ferito dall'inizio dell'anno: è finito in ospedale da dove è stato dimesso con 10 giorni di prognosi per essere stato preso a pugni in faccia e sul petto.

A denunciare quanto avvenuto è Leo Beneduci, segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria Osapp, che si è rivolto al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e ai sottosegretari Andrea Delmastro Delle Vedove e Andrea Ostellari, per chiedere loro di «smetterla di dire sciocchezze su circolari che trasferiscono detenuti, su divise non acquistate o che non bastano, su organici che non vengono potenziati». Quella avvenuta ieri è la 36° aggressione nel carcere di Torino nel 2023, nel corso delle quali sono rimasti feriti 37 agenti. «Un poliziotto penitenziario ha scoperto una distilleria di alcol all'interno di una cella - è il racconto di Beneduci - in cui erano presenti sei-sette detenuti che gli hanno chiesto di chiudere un occhio. Lui si è rifiutato e per questo è stato colpito». Poi la richiesta: «Ministro, sottosegretari: sostituite i dirigenti incapaci, sostituite i dirigenti generali, i provveditori che non intervengono, i dirigenti generali nell'amministrazione centrale che non fanno niente e se non li avete per sostituirli, prendeteli al Ministero dell'Interno, prendeteli al Ministero della Difesa, prendeteli dove sanno che cosa significa trattare un corpo di polizia, perché in queste condizioni noi non ci possiamo stare».

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