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il femminicidio

Annalisa, i colleghi in lacrime : «Ora una colletta per la figlia»

A scuola scarpe rosse contro la violenza sulle donne

L'omaggio della scuola di Pianezza ad Annalisa D'Auria

L'omaggio della scuola di Pianezza ad Annalisa D'Auria

A scuola Annalisa D'Auria è ovunque. Sui monitor, appena saliti i gradini, mentre scorrono le immagini delle circolari scolastiche e delle scadenze più vicine per l'istituto Dalmasso di Pianezza, c'è la sua immagine. E poi le sue foto, col suo immancabile sorriso, ricoprono un banchetto allestito dai colleghi ancora in lacrime, dove campeggia l'hashtag #basta, un pensiero della poetessa Alda Merini - “Siamo state amate e odiate, adorate e rinnegate, baciate e uccise, solo perché donne” - e le inconfondibili scarpette rosse, con fiocco e fiori dello stesso colore. Proprio i simboli della violenza contro le donne, della lotta ai femminicidi. Come quello di Annalisa, appunto, stimatissima collaboratrice scolastica dell'istituto Dalmasso di Pianezza, uccisa sabato scorso a coltellate dal compagno Agostino Annunziata. «Non aveva dato alcun segnale di disagio. Era sempre serena, siamo sgomenti», dichiara il preside, Stefano Bruno

I colleghi raccolgono fondi per aiutare la famiglia della 32enne uccisa. In particolare, per sostenere la figlia Noemi, di appena tre anni. Ieri c'è anche stato un minuto di silenzio nelle classi, intorno alle 11 del mattino. Poi due alunni hanno letto ad alta voce dei brani di Shakespeare. Solo due settimane fa, Annalisa D'Auria aveva ricevuto una bella notizia: il contratto a tempo pieno, mentre prima a scuola lavorava solo il venerdì. «Era una persona solare, bellissima, non parlava mai dei suoi problemi», la ricorda con voce ancora tremante Simona Otranto, professoressa del Dalmasso. Nessuno si sarebbe mai aspettato un simile epilogo. Annalisa, a scuola, ora è anche fuori dai cancelli: i colleghi hanno appeso una sua foto, proprio sulla cancellata del Dalmasso. Una foto in cui Annalisa sorride. Come faceva sempre quando arrivava a scuola. Un posto dov'era felice, in cui si rifugiava dalle liti e dalle tensioni della sua casa di Rivoli, dov'è stata uccisa pochi giorni fa, a coltellate, da un uomo che diceva di amarla.

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