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A CHIERI

Svastica e insulti razzisti sul portone. Parla la vittima

Nel mirino un ivoriano che vive in città da più di 20 anni: «E’ la prima volta che mi accade»

insulti svastica

Insulti e una svastica a Chieri

Una svastica e, sopra, una scritta in stampatello: “negri maledetti”. Quando Nahounou Thierry le ha viste tracciate all’ingresso del suo palazzo, poco lontano dal centro di Chieri, ha sporto denuncia dai carabinieri. Una scritta analoga, la scorsa settimana, era comparsa anche su un quadro elettrico nelle vicinanze.

«Da dove arriva tutta questa ignoranza? - si domanda l’uomo, originario della Costa d’Avorio e in Italia da più di 20 anni - Abito a Chieri dal 2001. Non mi era mai capitato un episodio così. Non so chi abbia fatto la scritta, non capisco come gli sia venuto in mente». È amareggiato e deluso. «Chieri è stata ed è un posto accogliente. Non riesco a darmi spiegazioni: nessuno ha avuto atteggiamenti che mi hanno insospettito. Mi sono sempre trovato bene».

Nahounou Thierry

In città, Thierry è molto conosciuto. La sua è una storia eloquente di integrazione. Ha lavorato in fabbrica, poi, due anni fa, ha inaugurato un negozio di scarpe e vestiti in via Marconi, dietro al “salotto buono” di piazza Cavour. È tra i fondatori di Africhieri, un’associazione che raduna i chieresi di origini africane. «Organizziamo eventi culturali, conferenze e feste interculturali. Il mondo di oggi è multirazziale anche nelle piccole cittadine e questa è un’opportunità per tutti. Chi non lo capisce e si basa sui pregiudizi, presto cambierà idea». Negli ultimi anni, quando anche nel Chierese sono stati avviati alcuni progetti di accoglienza di richiedenti asilo, Thierry e gli altri soci di Africhieri hanno collaborato con le associazioni che li ospitano. Tutte le domeniche si danno appuntamento nel centro sportivo di San Silvestro, per una partita di calcio. Si aiutano a vicenda per imparare l’italiano e trovare un posto di lavoro per essere indipendenti.

Anche il sindaco Alessandro Sicchiero ha espresso solidarietà a Thierry: «È stato vittima di un gesto disgustoso, vile e infame. Questo atto offende tutti i chieresi che credono nell’uguaglianza e nella solidarietà. Non smetteremo mai di contrastare il virus del razzismo e i rigurgiti nazifascisti. Mi auguro che si possano punire i responsabili delle scritte».
Cosa gli direbbe, se sapesse chi sono? «Forse hanno scritto per rabbia o per ignoranza - ipotizza Thierry - Li inviterei ai prossimi eventi che organizzeremo con Africhieri. Da qualche tempo, abbiamo ridotto le attività sul territorio. Quello che ho subito io, ha fatto capire a tutti che è tempo di ripartire».

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