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Finisce il sogno di Marchionne
04 Novembre 2023 - 14:10
Vendesi fabbrica di automobili in buone condizioni d'uso, libera entro fine anno. Comoda ai servizi. Prezzo su richiesta.
Finisce così il "sogno del lusso" di Sergio Marchionne: Stellantis ha messo in vendita lo stabilimento Maserati di Grugliasco, in fase di dismissione da quando la strategia del Gruppo è diventata quella di realizzare un unico "polo dell'elettrico" a Mirafiori.
Già di proprietà Bertone, rilevato nel 2009 e inaugurato esattamente dieci anni fa, lo stabilimento la cui linea produttiva era intitolata all'Avvocato Giovanni Agnelli, venne salutato da Marchionne come il primo passo di "una evoluzione senza precedenti per Maserati". Come è finita, invece, lo sappiamo. La produzione si attesta attorno alle 8mila Maserati l'anno e i volumi sono considerati anti economici dai nuovi vertici di Stellantis.
https://www.immobiliare.it/annunci/106744921/
Nell'annuncio si legge di una superficie di 115mila metri quadri e che "lo stabilimento si presenta in buone condizioni manutentive a seguito di recenti e rilevanti interventi di ristrutturazione, ed attualmente ospita parte della linea di produzione della Carrozzeria Maserati, la cui dismissione verrà conclusa entro la fine del 2023. Il complesso si compone di più corpi di fabbrica comprendenti capannoni produttivi, logistici, un immobile a destinazione uffici, oltre a locali tecnici e manufatti accessori. Completano l'asset, due lotti di terreno edificabili".
A curare la vendita, il gruppo immobiliare Ipi, della famiglia Segre, ossia quella di Massimo Segre, il banchiere protagonista della più complessa vicenda di gossip dell'estate a causa della sua rottura con Cristina Seymandi. A proposito di sogni spezzati.
Adesso, però, il timore è sul futuro di un’area, quella di Grugliasco, che nel giro di poco più di un decennio è passata attraverso due idee fallimentari. Il rilancio della ex Bertone finito come ricordiamo, con un migliaio di operai da salvare, tanto che fu una operazione azzeccata dell’allora sindaco di Torino Chiamparino con l’assessore De Alessandri a convincere Marchionne a comprare lo stabilimento. E qui arriviamo al secondo fallimento, forse a testimonianza di un interesse mai del tutto decollato per l’Italia da parte del top manager. Il Polo del Lusso, complici certo la pandemia, la crisi ma anche modelli davvero poco azzeccati, è affondato. Tavares, che non ama i rami secchi, lo aveva detto: per avere efficienza bisogna accorpare. E poiché il futuro è elettrico, va tutto a Mirafiori, sia la Maserati sia la 500.
Ma qui cosa accadrà? Ci sono i timori di una nuova desertificazione, proprio mentre l’indotto manda segnali sinistri - i 300 esuberi alla Lear, tanto per citare l’ultimo caso -, come sottolineano Silvana Accossato (consigliera regionale Luv), Roberto Bacchin (segretario provinciale Sinistra Italiana) e il deputato Marco Grimaldi di Alleanza Verdi-Sinistra.
Perché le istituzioni vigilino, però, occorre anche ragionare su chi potrebbe comprare un’area simile: potrebbe tornare Massimo Di Risio - che a suo tempo provò a comprare la Bertone -, magari poco noto ai più, ma che significa DR Automobiles. Marchio italiano, ma licenze cinesi. Che già da Fabia Maserati, l’erede del Tridente, ha rilevato lo storico marchio Osca.
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