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Stellantis vende la fabbrica

Da pilota a costruttore di Suv (cinesi) venduti al supermercato: chi è l'uomo che può comprare Maserati

I tentativi con Bertone e Termini Imerese, il boom di vendite in Italia e gli obiettivi per l'indotto

Da pilota a costruttore di Suv (cinesi) venduti al supermercato: chi è l'uomo che può comprare Maserati

 Lo slogan della sua società è "Un mondo in movimento", mentre la sua formula è quella di produrre vetture di qualità a prezzi accessibili. "Un esempio vincente di coraggio, intraprendenza e lungimiranza" stando alle motivazioni con cui nei mesi scorsi gli è stato riconosciuto il premio "Personaggio dell'anno 2023 ForumAutoMotive". E in passato ha già cercato di comprare stabilimenti ex Fiat, con cui ha da sempre rapporti d'affari. Vediamo, nel dettaglio, chi è l'uomo che potrebbe essere l'acquirente ideale per la fabbrica Maserati di Grugliasco, messa in vendita da Stellantis in vista della totale dismissione entro la fine dell'anno.

Chi è Massimo Di Risio

Nato a Isernia nel 1960, sposato e padre di due figli, Massimo Di Risio è figlio di un importante concessionario Lancia della zona: da giovane è stato un buon pilota e nel frattempo si è dedicato agli studi di Economia e Commercio. Dopo aver fondato una società, la Kataway, di importazione di veicoli dalla Cina, ha aperto la DR Automobiles nel 2006. Lo stabilimento è a Macchia di Isernia e qui nascono le vetture DR: si tratta di veicoli, principalmente Suv compatti, prodotti dalla cinese Chery Automobiles e rimarchiati, dopo aver apportato alcune variazioni. Di fatto a Macchia d'Isernia vengono riassemblati i componenti importati dalla Cina: i motori sono il Chery Ateco a benzina poi trasformato a GPL e il Multijet 1.9 della Fiat, in seguito abbandonato.

Le auto al supermercato

Inizialmente la DR non ha una sua rete distributiva: i Suv vengono così venduti nei supermercati e ipermercati del gruppo Iper, fino a quando non viene realizzata una propria rete di concessionarie e officine. Di recente, il gruppo è entrato anche nel settore del noleggio a lungo termine, grazie a un accordo - guarda caso - con FCA Bank.

Grugliasco e Termini Imerese

Nel 2009 la DR vuole comprare lo stabilimento Bertone di Grugliasco, ormai in crisi irreversibile, per avviare nuove linee produttive. La trattativa è in stallo, fino a che la famiglia Bertone, anche per via dell'opera persuasiva della politica torinese con in prima fila l'allora sindaco di Torino Sergio Chiamparino, preferisce cedere tutto alla Fiat.

Qui Sergio Marchionne, nell'ambito di uno dei vari piani industriali annunciati e mai attuati del tutto, sogna il Polo del Lusso, con la produzione dei modelli Maserati. Nel 2013, viene inaugurato lo stabilimento ristrutturato, con la linea produttiva intitolata a Giovanni Agnelli.

Nello stesso anno, Di Risio punta sullo stabilimento di Termini Imerese che la Fiat sta dismettendo, dopo aver cercato di acquisire quello di Iribus in Irpinia. L'accordo con enti locali e sindacati sancisce un impegno di 341 milioni di euro, ma la trattativa non decolla e DR entra in crisi, arrivando al concordato preventivo in tribunale, conservando la continuità produttiva.

Superata questa crisi, Di Risio stringe un accordo con un altro produttore, la JAC, sempre cinese. Al marchio DR si affianca quello EVO, considerato più low cost.

L'anno dei record

Nel primo semestre del 2023, la DR ha visto immatricolare 20mila vetture, con una crescita percentuale del 140%,  con tre vetture che entrano nella TOP 10 dei modelli a GPL più venduti: DR 4.0, la 5.0, la 6.0. Risultati che portano a scommettere per la prima volta su modelli ibridi e su un accordo con un nuovo colosso dell'automotive cinese, la Baic, pe la progettazione, sviluppo e produzione di nuovi modelli per l'Europa.

L'obiettivo è di raggiungere il 4% del mercato italiano - al momento è attorno a 1,83% - e il fatturato dell'ultimo anno è stato di 440 milioni di euro.

Perché comprare Maserati

Viste le mire espansive, il produttore molisano potrebbe essere l'unico soggetto accreditato per acquisire lo stabilimento Maserati di Grugliasco, che necessita certo di ristrutturazioni, ma viene difficile immaginare una natura completamente diversa dall'attuale per questa fabbrica: quali soggetti, nel momento di crisi dell'industria, potrebbero aver bisogno di un sito del genere?

Inoltre, Di Risio ha comprato lo storico marchio Osca da Fabia Maserati, l'ultima erede della famiglia. "Fin da bambino - ha raccontato il patron di DR al tempo dell'acquisizione - mi ha sempre affascinato in modo particolare la storia di O.S.C.A., che ho avuto la fortuna di poter approfondire grazie alla conoscenza dell'ingegnere Alfieri Maserati".

Un legame già stretto, dunque, che potrebbe giocare una parte importante in un possibile accordo commerciale. E già l'anno scorso, alle prime dichiarazioni di Carlos Tavares, Ceo di Stellantis, di dismettere l'impianto di Grugliasco, era stato proprio quello di Di Risio il primo nome a saltare fuori. Così, per esempio, scriveva nell'ottobre del 2022 Claudio Chiarle, ex segretario dei metalmeccanici della Cisl: "Sarebbe anche un’opportunità per l’indotto torinese per acquisire ordini magari rendendo DR un po’ meno dipendente dai cinesi e un po’ più italiana. Anche perché il Piemonte non risente molto dal punto di vista delle esportazioni della crisi creata dal conflitto in Ucraina. Ovviamente ne risente dal punto di vista dei costi dell’energia e anche in parte della speculazione sulle materie prime".

I guai con l'Antitrust

Da vedere, comunque, se Di Risio sarà interessato. E se l'ombra cinese non sarà vista come un ostacolo. Anche in virtù di un procedimento dell'Antitrust, aperto nei mesi scorsi, per una presunta mancata indicazione della produzione delle vetture, che DR definisce Made in Italy, mentre l'autorità di tutela riscontra elementi prodotti in Cina.

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