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L'annuncio

Aggressione a Marco Nebiolo, spunta un video dopo l'incidente in corso Unità d'Italia

A rivelarlo è la mamma del 16enne che lo ha pestato: «Presto lo renderemo pubblico»

Aggressione a Marco Nebiolo, spunta un video dopo l'incidente in corso Unità d'Italia

Prima il tamponamento, poi il pugno che ha mandato Marco Nebiolo al Cto di Torino. In mezzo, un video girato proprio dal 16enne che ha picchiato l’agente immobiliare di 47 anni. A comunicarlo è la mamma del ragazzino denunciato per lesioni, che annuncia: «Renderemo pubblico questo video».

Si aggiunge quindi un capitolo nel giallo dell’aggressione a Nebiolo, avvenuta alle 13 di venerdì 24 novembre dopo un tamponamento in corso Unità d’Italia. Dopo gli appelli della moglie, si sono fatti avanti dei testimoni e le indagini sono passate dalla polizia locale ai carabinieri, che hanno denunciato il 16enne e inviato gli atti alla Procura dei minori: «Per ora mi hanno chiamato solo i vigili, il giorno dopo l’incidente - ripercorre la mamma del ragazzo - Ho raccontato loro la mia versione». Cioè? «Che io sono scesa, ho aperto la portiera dell’altra auto e ho urlato “Che c... fai?” perché aveva accelerato e poi frenato di colpo, provocando il tamponamento. Poi ci siamo calmati: era tutto tranquillo, quel signore è sceso dalla macchina e stavamo mettendo il triangolo. Poi mio figlio dice che Nebiolo lo ha aizzato, dandogli una spallata. Lui ha reagito con quel pugno».

Poi il 47enne è finito a terra: «Io avevo già chiamato il taxi, è arrivato in quel momento e siamo andati via. Avevo paura, mi sono detta: “Andiamo via prima che quel signore si alzi e si ammazzino”. Mio figlio ha sbagliato però non ha massacrato nessuno, per fortuna: è stato un cazzotto. Ringrazio Gesù Cristo che quel signore è vivo. Ma non siamo scappati e non l’abbiamo abbandonato, il mio amico è rimasto ad aspettare i vigili e i soccorsi».
Nel mezzo c’è il video annunciato dalla signora: «Mio figlio era sotto shock e ha filmato per documentare quello che era successo. E si vede che, nonostante la rabbia iniziale, eravamo tranquilli».
Per ora, il video non è stato pubblicato: «Domani vedremo il nostro avvocato e ci confronteremo su cosa fare: di certo chiederemo scusa e pagheremo per questo incubo. Ma racconteremo bene la nostra versione e pubblicheremo questo video».

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