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Uccide i banditi, condannato

"Un regalo ai rapinatori". Perché quella del gioielliere non è legittima difesa? Salvini lo difende

Cosa dice il codice, il parere del suo avvocato e la dura requisitoria del pubblico ministero

"Un regalo ai rapinatori". Perché quella del gioielliere non è legittima difesa? Salvini lo difende

Lui dice di aver sparato per legittima difesa, per proteggere sua moglie e sua figlia, non soltanto i valori del negozio. «Pensava di doversi scontrare con i rapinatori per liberare la moglie» ha detto il suo legale, l'avvocato Dario Bolognesi. Mario Roggero, il gioielliere di Grinzane Cavour che ha sparato e ucciso due banditi entrati nel suo negozio, dice di aver agito per legittima difesa, ma i giurati non gli hanno creduto e per lui è arrivata una condanna a 17 anni di carcere per duplice omicidio e un tentato omicidio. Vediamo perché.

Erano le 18.45 del 28 aprile 2021 quando le telecamere avevano inquadrato i rapinatori arrivare a bordo di una Ford Fiesta bianca e parcheggiare sul retro del negozio dell’imputato. Era entrato per primo Andrea Spinelli, morto poco dopo nella sparatoria, dopo essersi finto un cliente. Giuseppe Mazzarino, l’altro rapinatore ucciso, con un coltello, aveva legato e minacciato la figlia e la moglie dell’imputato. I due, insieme a un terzo uomo, erano scappati dalla gioielleria, dal retro. Roggero li aveva inseguiti con una pistola recuperata dal cassetto della gioielleria, e, raggiunti i banditi vicino alla vettura, aveva sparato cinque colpi. Un rapinatore era fuggito. Spinelli, già ferito a morte, era finito in mezzo alla strada esanime. Qui avrebbe supplicato il gioielliere: «Ti prego, non uccidermi».

C'è un video che riprende le fasi drammatiche dell'intera rapina. Roggero ha visto la figlia in pericolo, ma quando i banditi sono fuggiti, lui li ha inseguiti, facendo fuoco in strada. Addirittura uno dei banditi lo affronta quando è già a terra, vicino alla loro auto. Lui, ha detto, credeva avessero preso sua moglie, ma nel video si vede benissimo che la donna è rimasta sulla soglia del negozio. «Le ero passato di fianco con la pistola in mano, senza vederla. Ancora adesso sono rimasto stupito quando ho visto i filmati, non ho quel fotogramma in testa» ha detto. «Non volevo che la facessero franca, per questo motivo ho inseguito i rapinatori. Quando uno di loro era a terra, mi ha supplicato di non ucciderlo e io l’ho lasciato andare» aveva detto in aula il gioielliere.

Secondo l'articolo 52 del Codice Penale "non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio o altri contro il pericolo attuale di un'offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all'offesa". Ma per il pm Davide Greco «La parola difesa stona con un video in cui abbiamo visto un'esecuzione». Il nodo del contendere, quindi, è il fatto di non essersi limitato a mettere in fuga i rapinatori, ma di averli inseguiti. Per il difensore, si sarebbe dovuto invece tenere conto della "legittima difesa putativa", ossia "quella esercitata a fronte di una la situazione di pericolo che non esiste obiettivamente, ma è supposta erroneamente dall'agente a causa di un erroneo apprezzamento dei fatti". Si sentiva in pericolo, quindi ha reagito.

Di parere diverso i giudici, come abbiamo visto. E la difesa ha già fatto sapere che attende le motivazioni per poter fare ricorso. All'uscita dell'aula, Roggero - per il quale i periti del tribunale hanno accertato la piena capacità di intendere, ma alcune rigidità di una personalità con sfumature paranoidi - ha pronunciato queste parole: «Viva la criminalità e la delinquenza. Una follia. Bel segnale per l’Italia».

In suo sostegno è arrivato rapidissimo il post su X - ossia l'ex Twitter - del ministro Matteo Salvini, da sempre sostenitore della legittima difesa.

La Nuova Provincia di Asti riporta poi i commenti dell'avvocato Marino Gareglio, di parte civile, ossia le famiglie dei rapinatori deceduci: «La sentenza afferma un principio fondamentale che guida oggi la società democratica: la vita di ciascun individuo è un bene primario protetto dalla legge senza distinzioni. Sono stati esplosi numerosi colpi di pistola in pieno centro abitato, in questa vicenda, e al terribile fatto che due vite umane sono state soppresse, si aggiunge quello di aver messo in pericolo l’incolumità dei cittadini di Grinzane Cavour».

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