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Il processo

“Scacco al Re”, condannato l’albanese che evadeva le tasse e faceva la bella vita

Ma è stato assolto per gli altri reati insieme ai tre presunti complici: «Accuse ridimensionate»

“Scacco al Re”, condannato l’albanese che evadeva le tasse e faceva la bella vita

«Sono pieno di soldi e non posso dimostrare» diceva uno degli imputati in un’intercettazione. Per la Guardia di Finanza, la spiegazione era chiara: quegli albanesi evadevano le tasse e usavano il denaro per vivere da nababbi, fra auto di lusso e vacanze da sogno. Ma i soldi servivano anche per allargare il loro impero. Anzi, reame, visto che i soldi venivano reinvestiti nella catena di bar “King’s Coffee” e lo stesso capo della banda veniva chiamato King. Che altro non è che il termine inglese per Re, tanto che anche l’operazione della Finanza si chiamava Scacco al Re.

Ora quella stessa indagine, coordinata dal sostituto procuratore Cesare Parodi, ha portato a una sentenza in chiaroscuro per i quattro imputati (tutti albanesi): il capofamiglia e il cosiddetto “ragioniere” sono stati assolti, gli altri due hanno evitato la condanna per l’autoriciclaggio e per aver fatto lavorare i dipendenti in nero. Oliver Cuku, 44enne considerato “il Re”, è stato condannato a 2 anni per evasione fiscale nel 2015 e nel 2017. Per il fratello Elvis, 48 anni, la condanna è solo a 1 anno e 4 mesi per evasione solo nel 2015 (entrambi avranno la sospensione condizionale della pena).

In attesa delle motivazioni, la sentenza ridimensiona sensibilmente le contestazioni rispetto all’indagine iniziale: basti pensare che, nel 2021, le Fiamme gialle hanno portato a termine un maxi-sequestro da 6 milioni di euro: i sigilli erano scattati per gli otto bar della catena King’s Coffee e una sala slot in città, oltre a tre auto di lusso (un’Audi R8, una Porsche Macan e una Range Rover Evoque), società e denaro contante trovato un po’ ovunque: dentro barattoli e scatoloni, al fondo di buste e sotto i vestiti.

Secondo l’accusa, Oliver Cuku aveva studiato un meccanismo per nascondere al fisco oltre 2 milioni di euro di guadagni in tre anni, evadendo imposte per quasi 800mila euro: da qui l’accusa per evasione fiscale, cui si aggiungevano quelle per autoriciclaggio e per aver dato lavoro a persone irregolari.
A settembre il pm Parodi aveva chiesto una condanna a 6 anni e 6 mesi per il Re, 4 anni per il fratello Elvis, 1 anno e mezzo per il terzo imputato e l’assoluzione per il capofamiglia. Il giudice ha deciso diversamente, stabilendo pene inferiori nelle due sole condanne (oltre a confische e dissequestri): «Sono molto soddisfatto di questo risultato arrivato al termine di un processo lungo e impegnativo - commenta l’avvocato Massimo Munno, che difendeva i tre Cuku mentre il quarto imputato si era affidato all’avvocato Sergio Almondo - Le accuse sono molto ridimensionate ma faremo ricorso in appello per chiedere l’assoluzione anche per quei due anni di evasione fiscale».

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