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il reportage

Bagni fuori servizio e locali vuoti: Porta Susa è una "cattedrale nel deserto"

Una mattina nella stazione ferroviaria dove non c'è nemmeno una farmacia

Porta Susa assomiglia sempre di più a una cattedrale nel deserto

Porta Susa assomiglia sempre di più a una cattedrale nel deserto

Porte sbarrate, persino quelle dei servizi igienici. Stanzoni vuoti con fuori la speranzosa scritta “locali in allestimento”. E i pendolari presenti sono pochissimi. Cronache da una cattedrale nel deserto, quella stazione di Porta Susa che doveva essere un fiore all’occhiello della città - anche e soprattutto per i turisti in visita a Torino - e invece è sempre più una desolazione tra guasti in serie e spazi vuoti da anni. Cosa c’è di aperto e funzionante? Ben poco, purtroppo. Il McDonald’s, due biglietterie, gli uffici della polfer, un paio di bar e stop. Serve urgentemente una farmacia? A Porta Susa non c’è. Occorre magari un negozio dove poter fare un qualsiasi acquisto? A Porta Susa non c’è. E non c’è nemmeno più la biglietteria del Gtt, dove i torinesi andavano a rinnovare i loro abbonamenti. Spazio chiuso dal 6 dicembre 2020 e chi vuole fare l’abbonamento deve andare a Porta Nuova, in corso Turati o in corso Francia.

Capitolo servizi igienici. Anche quelli sono a mezzo servizio, nel senso che ne funzionano solo due su quattro. Gli altri hanno la porta sbarrata, catena più lucchetto. Non proprio il massimo, se consideriamo che la toilette in stazione è a pagamento. Insomma un gigante vuoto la “nuova” Porta Susa. Paradossalmente, va meglio a quella vecchia, crollo a parte, visto che almeno lì le operazioni di demolizione sono riprese e i lavori per la realizzazione dell’hotel di lusso sono ai nastri di partenza, con la nuova gara che sarà avviata nei primi mesi di quest’anno.

Invece nella maxi-struttura in acciaio e vetro tra i corsi Inghilterra e Bolzano, inaugurata nuova di zecca a fine 2011 dopo lavori costosissimi, il rilancio è un vero e proprio rebus. Proprio nei giorni scorsi il Comune ha provato a gettare acqua sul fuoco, per bocca dell’assessore Paolo Chiavarino: «Sono in corso le delocalizzazioni delle biglietterie e della polfer che lasceranno posto ad altri locali commerciali. Il loro trasferimento - ha annunciato l’assessore - avverrà entro il 2025. Contemporaneamente Altagares, con la quale interloquisce Rfi per le attività propedeutiche degli spazi commerciali, procederà con la commercializzazione del piano -1 in una logica di galleria commerciale. Come amministrazione continueremo a seguire la vicenda, ma sono cautamente ottimista». Dunque, stando alle parole dell’assessore, il rilancio lo vedremo l’anno prossimo. Sarà vero? C’è da augurarsi di sì, se pensiamo che i passeggeri sono comunque 12 milioni l’anno (pari a uno al mese). Numeri ufficiali, questi, anche se mettendoci piede ogni volta pare sempre un deserto.

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