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15 Gennaio 2024 - 09:20
Il piccolo Lorenzo nell'incubatrice a Ciriè
Letizia e Seyla Laforet lo dicono senza giri di parole, a pochi passi da dove hanno trovato quel bimbo appena nato: «La mamma poteva partorire in anonimato in ospedale - riflettono madre e figlia - Oppure suonare per farcelo trovare subito, visto il freddo che faceva sabato». La madre del piccolo Lorenzo ha preso una decisione diversa: «Forse è stata costretta» ipotizza Paolo Laforet, l'uomo che ha preso in braccio il bimbo abbandonato a Villanova Canavese.
Di certo la scelta di quella neomamma non è isolata: secondo i dati della Società italiana di Pediatria, «ogni anno, in Italia, sono circa 3mila i neonati che vengono rifiutati subito dopo la nascita. E solo 400 di loro sopravvivono perché vengono lasciati negli ospedali. Degli altri si perdono le tracce o, peggio, vengono trovati quando è troppo tardi».
Eppure c’è una legge approvata nel 2000 che consente di lasciare il bambino nell’ospedale dov’è nato. Obiettivo, proteggere i neonati ed evitare pericoli come quello corso a Villanova Canavese. Fatta la scelta, il nome della mamma resta segreto: nell’atto di nascita si scrive che è stato partorito da «donna che non consente di essere nominata». A questa opzione si aggiunge la Culla della Vita, luogo protetto dove lasciare il neonato in totale anonimato (secondo uno schema inventato quasi mille anni fa, con la cosiddetta “ruota degli esposti”). Nel Torinese ne risultano due: nel Centro Accoglienza alla Vita di fronte all’ospedale di Giaveno e all’Arsenale della Pace del Sermig, a Torino.
Di recente la Regione Piemonte si è attivata su questo fronte: fra polemiche e ricorsi, ha avviato il fondo Vita Nascente e stanziato 60mila euro sostenere quattro progetti. Uno è gestito dal Comune di Torino e si chiama “Parto in anonimato, un diritto delle donne”: «Diffondiamo informazione su questi progetti, in modo da garantire privacy alle mamme e maggiori chance di sopravvivenza ai neonati» commenta l’assessore regionale alle Politiche sociali, Maurizio Marrone. E alle prime ore di questa mattina il piccolo Lorenzo ha ricevuto una visita speciale, quella del presidente della Regione, Alberto Cirio.
«Ho voluto iniziare così la mia settimana, accanto al piccolo Lorenzo, il bimbo salvato per miracolo dopo essere stato abbandonato accanto ad un cassonetto - scrive Cirio sui social - Lorenzo è un bimbo in pena salute e a lui ho voluto dire che il Piemonte gli vuole bene e non lo lascerà solo».
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