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La storia

Voleva tornare dalla mamma, il treno lo ha ucciso

Ecco chi era Andrei Revene, morto a 9 anni dopo almeno altre tre fughe

Voleva tornare dalla mamma, il treno lo ha ucciso

La disattenzione degli educatori, forse il mancato stop dei treni in transito a pochi passi dalla comunità. Ma anche quel varco nella recinzione che delimita i binari e il passato di fughe del piccolo Andrei Revene, a partire da quella che lo ha portato sul tram 9 e ha spinto il Tribunale dei minori ad affidarlo alla comunità Mafalda di Borgo Revel: sono tutti gli aspetti su cui indagano la polizia ferroviaria e la Procura di Ivrea, che ieri ha aperto un fascicolo contro ignoti sulla tragedia che ha scosso la frazione di Verolengo e l’intero paesino al confine con la provincia di Vercelli.

Da poco a Torino
La famiglia Revene era arrivata di recente dalla Moldavia, dove pare che il ragazzino fosse già stato ospite di un istituto. Era scappato anche da lì, prima di farlo anche a Torino. Qui era uscito di casa ed era salito sul tram 9. Lo aveva notato un altro passeggero, che si era avvicinato per aiutarlo. Poi, capendo la situazione, lo aveva accompagnato in Questura. A seguire, la Procura dei minori aveva richiesto l’allontanamento del piccolo dalla famiglia, convalidato dal Tribunale. Di conseguenza, a dicembre era arrivato l’affidamento alla comunità Mafalda, gestita dalla cooperativa Crescere Insieme. Dove pare che il bambino si trovasse bene e che si fosse ambientato nonostante lo scoglio della lingua. Anche se è emersa un’altra fuga, il 2 gennaio, in direzione della stazione di Chivasso. Forse per tornare a casa dalla mamma.


La vita in comunità
La Procura dei minori aveva visitato la comunità per un controllo il 7 novembre. «Una bella struttura, senza rilievi da fare» è il “responso” dei magistrati passati da Borgo Revel poco più di due mesi fa. A colpirli, anche la vicinanza con la ferrovia in cui ha perso la vita il piccolo Andrei (che all’epoca non viveva ancora lì).
Polizia ferroviaria e Procura di Ivrea stanno analizzando anche la vicinanza dalla stazione e le recinzioni della ferrovia: c’è un varco proprio nel punto in cui è stato ritrovato il corpo, dove ieri sono comparsi fiori e pupazzi in ricordo della giovanissima vittima. Così come ci si interroga sul mancato blocco della circolazione: una volta saputo della scomparsa di Andrei Ravene, già scappato più volte e “attratto” dai binari, si sarebbe dovuto fermare il traffico ferroviario per evitare pericoli? E’ un’altra domanda cui dovrà dare una risposta la Procura, che prima di tutto dovrà mettere in fila i tempi precisi della scomparsa, dell’allarme e dell’incidente con il treno. Intanto i magistrati eporediesi hanno aperto un fascicolo e ha già interrogato gli educatori presenti lunedì alla comunità: distrutti, hanno spiegato cos’è successo lunedì e come hanno dato subito il via alle ricerche dopo essersi accorti della fuga. Ma ora rischiano di essere accusati di omicidio colposo o di abbandono di minore con l'aggravante della morte, che per il momento è il reato contestato dagli inquirenti.

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