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il dramma

Muore a 30 anni nel gelo di Torino. Lo trovano il giorno dopo

L'allarme lanciato da alcuni passanti. E la denuncia: «Vergogna, le istituzioni dove sono?»

Un senzatetto è morto sotto i portici di Torino

Un senzatetto è morto sotto i portici di Torino

Una domenica come tante altre in città. La gente passeggia sotto i portici, chi per andare a pranzo e chi per il classico “struscio” domenicale lungo le vie del centro di Torino. Fino a quando in via Sacchi, in prossimità del civico 28, dei passanti non notano qualcosa di strano: un uomo avvolto dalle coperte, un senzatetto, scalzo. Non si muove, e all’apparenza sembra che stia dormendo. Invece non è così, quel clochard infatti è deceduto. Subito vengono chiamati i soccorsi e sul posto si presentano i sanitari del 118 di Collegno, che constatano il decesso del senza fissa dimora. Poi arriva una volante della polizia. Si tratta di un 30enne italiano, morto nel gelo di questi giorni, forse già la notte prima, solo che i primi a chiedere aiuto sono stati dei passanti a pranzo, il giorno successivo. Racconta Benigno, nostro lettore, nonché residente del centro: «A dare l’allarme siamo stati io e una ragazza, eravamo entrambi sotto i portici di via Sacchi e ci siamo accorti che quel senzatetto non stava dormendo, ma era morto». Poi rincara la dose: «E’ una vergogna, possibile che nessuno si sia preoccupato di vedere che tra quelle coperte c’era un ragazzo?».

Vicino al corpo senza vita del giovane italiano sono state trovate delle boccette, contenenti psicofarmaci. Sarà il tossicologico a stabilire l’esatta causa del decesso, ma l’ipotesi più accreditata è che il 30enne sia morto per eccessiva assunzione di psicofarmaci. Ed è il secondo clochard che muore vicino Porta Nuova: il 26 ottobre scorso un altro senza fissa dimora, senza documenti, era stato trovato senza vita su una panchina di fronte ai giardini Sambuy. Anche lui, morto nell’indifferenza generale. Solo pochi giorni fa il nostro giornale, con l’ennesimo reportage sotto i portici del centro, denunciava una situazione insostenibile: un giaciglio ogni trenta metri tra Porta Nuova, via Roma, via Gramsci, fino in piazza Castello. Il Comune ha potenziato il piano inverno e nei dormitori ci sono quasi mille posti. Eppure i senzatetto di Torino preferiscono la strada. E qualcuno in strada ci muore anche, come il giovane di via Sacchi. Senza vita, magari, dal giorno prima, ma nessuno se n’era accorto.

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