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L'ANALISI

Crisi di Suez: Torino rischia 2 miliardi e il caro prezzi è in agguato

L'allarme di Confartigianato e Caat: «Rincari in vista»

Crisi di Suez: Torino rischia 2 miliardi e il caro prezzi è in agguato

La crisi nel Mar Rosso, con le navi commerciali che attraversano lo Stretto di Bab el-Mandeb, da o verso il Canale di Suez, nel mirino dei ribelli Houthi in Yemen, mette a rischio circa 2 miliardi di export da Torino e oltre 4 miliardi dal Piemonte. La nostra è la quinta regione italiana esportatrice verso Cina, India, Arabia Saudita, Giappone, Corea del Sud, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Iraq e Indonesia: i paesi maggiormente interessati per valore dell’intercambio commerciale via nave con il Piemonte e l’Italia che ogni giorno perde 95 milioni a causa degli attacchi e del cambio della rotta dal Capo di Buona Speranza. E’ quanto emerge dall’analisi di Confartigianato.

«L’escalation della crisi in Medio Oriente rischia di penalizzare fortemente il “made in Piemonte” perché viene rallentato se non ridotto l’approvvigionamento di prodotti essenziali per la trasformazione della nostra manifattura» afferma Dino De Santis, presidente di Confartigianato Torino: «Inoltre il Qatar ha deciso di sospendere il passaggio delle sue navi cisterna con il Gas naturale liquefatto (Gnl) con il rischio concreto di una nuova impennata dei prezzi dell’energia. L’unica soluzione - sottolinea De Santis - è quella di produrre qui le materie prime incentivando le imprese. In che modo? Riducendo il costo dell’energia che in Italia paghiamo il 30% in più rispetto alla Francia, e utilizzando altri tipi di sistemi. Purtroppo - aggiunge con una nota polemica - paghiamo le politiche sbagliate passate in ambito energetico».

Anche la speculazione sta minacciando fortemente la nostra economia. «Basti pensare che se prima un container da Shangai a Genova costava 1.500 dollari, ora si è salito a 6mila» spiega Ascanio Borchi, presidente della commissione logistica per Confindustria Piemonte. «Le navi - sottolinea -, allungano il tragitto di 10-15 giorni passando dal corno d’Africa e tendono a saltare i porti del Mediterraneo per approdare tutte a Rotterdam, con il rischio di ulteriori attese e code per l’attracco e lo scarico della merce».

Per difendere le nostre navi commerciali il governo ha in programma la missione Aspis che vede Italia, Francia e Germania unite contro gli Houthi nel Mar Rosso.

Con gli stessi paesi, la Francia e la Germania, però si sta delineando un problema di natura economica che riguarda il commercio agricolo a causa della protesta degli agricoltori francesi e tedeschi contro le politiche dei loro governi. E se per Coldiretti Torino non c’è ancora il rischio di un effettivo blocco dei dei camion piemontesi in transito nei due paesi, ben più preoccupato appare invece il Caat da cui si riforniscono ambulanti e supermercati di Torino. «A causa delle proteste - spiega il direttore del Caat, Gianluca Cornelio Meglio - è possibile che si verifichino degli aumenti di prezzo, soprattutto per agrumi e mele».

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