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L'INTERVISTA

Con la crisi di Suez aumentano le bollette? Ecco la strategia "green" del presidente di Iren

Dal Fabbro racconta la politica del Gruppo in espansione, tra riciclo di materie prime e intelligenza artificiale

Con la crisi di Suez aumentano le bollette? Ecco la strategia "green" del presidente di Iren

Il blocco del Canale di Suez minaccia i costi del gas e del petrolio e ora si temono aumenti anche nelle bollette domestiche. Per cercare di fare un po’ di chiarezza e per trovare nuovi spunti, abbiamo intervistato il presidente di Iren, Luca Dal Fabbro, in occasione del premio Esg Challenge 2024 che ha premiato le 10 migliori tesi.

Presidente, gli attacchi alle navi e la crisi del Mar Rosso possono generare aumenti in bolletta?
«L’impatto sarà molto ridotto e non avrà alcun impatto sulle bollette. Ha conseguenze maggiori sul petrolio ma in Italia noi generiamo la maggior parte della nostra energia con il gas, proveniente principalmente da Algeria e Azerbaigian».

Uno dei problemi più sentiti dagli industriali è il costo elevato del trasporto dei materiali dalla Cina. Voi puntate molto sul recupero dei materie prime critiche per trasformarle in materie prime sul suolo italiano. Ci parla di questi progetti?
«Siamo l’utility italiana più attiva nel recupero delle materie prime critiche, abbiamo un impianto a Volpiano che utilizza anche l’intelligenza artificiale per recuperare i vecchi monitor, e ne stiamo realizzando uno ad Arezzo che recupera metalli rari da rifiuti elettrotecnici attraverso tecnologia all’avanguardia e sostenibile. I metalli rari sono circa 31 e sono fondamentali perché sono base di molti manufatti essenziali nella nostra industria: l’elettromedicale, le tac, le protesi, i computer e i cellulari. L’Italia dipende in particolare da 5 o 6 di questi materiali che provengono principalmente dall’estero, quindi è importante valorizzarli per evitare problemi di approvvigionamento. In questo modo i rifiuti diventano una risorsa e quindi valore economico, lavoro, sviluppo del territorio e salvaguardia ambientale».

Un tecnico Iren nel centro di Volpiano utilizza un braccio robotico che sfrutta l'intelligenza artificiale per recuperare le materie prime dal vecchio schermo di un pc

A proposito di lavoro e sviluppo, che frutti sta dando la vostra visione sostenibile?
«Nel 2023 abbiamo assunto in Piemonte ben 350 persone aventi un’età media di 38 anni e nel 2024 puntiamo allo stesso numero se non di più. Abbiamo lanciato un bond “verde” da mezzo miliardo che ha ricevuto offerte dieci volte maggiori, pari a 4,7 miliardi da ogni parte del mondo. Questo vuol dire che il tema ambientale che stiamo portando avanti è importante».

Una politica, quella ambientale, che state attuando anche nella città di Torino…
«Sì, stiamo rendendo efficienti dal punto di vista energetico oltre 800 edifici pubblici, operazione che permetterà un risparmio di decine di milioni all’anno al Comune per l’energia».

Il presidente di Iren, Luca Dal Fabbro, con il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, durante la premiazione di Esg Challenge 2024 alle Gallerie d'Italia in piazza San Carlo

Iren ha partecipato alle aste per l’assegnazione dei clienti del mercato tutelato dell’energia. Come sono andate?
«Siamo molto contenti di come il governo ha gestito questo passaggio, dall’asta abbiamo guadagnato 260mila clienti in più e continueremo su questa strada di crescita».

State anche acquistando il pacchetto di maggioranza del gruppo Egea. A che punto è l’operazione? Ci saranno licenziamenti?
«Stiamo discutendo con i creditori e aspettiamo che ci dicano che la composizione prospettata vada bene. Abbiamo in mente un piano di ristrutturazione solido e nessuno dei dipendenti verrà licenziato. Anzi cercheremo di valorizzare le risorse aziendali presenti».

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