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IL CASO

Pirelli punta sull’intelligenza artificiale: «50 milioni per la fabbrica di Settimo»

L'annuncio del vicepresidente esecutivo Tronchetti Provera all'Unione Industriali di Torino

Pirelli punta sull’intelligenza artificiale: «50 milioni per la fabbrica di Settimo»

Dalla possibile chiusura al rilancio tecnologico con l’aggiunta dell’intelligenza artificiale. Lo stabilimento Pirelli, nato negli anni Cinquanta a Settimo guarda al futuro in termini di investimenti e innovazione. «Stiamo investendo circa 50 milioni in tre anni in tecnologie e intelligenza artificiale per sviluppare la nostra fabbrica di Settimo Torinese». Ad annunciarlo è il vicepresidente esecutivo di Pirelli, Marco Tronchetti Provera, ricordando con un certo orgoglio la rinascita dello stabilimento a un passo dalla chiusura: «Con il sindaco di Settimo abbiamo fatto delle cose magnifiche, abbiamo salvato una fabbrica che doveva essere chiusa e che oggi è una delle migliori al mondo grazie a persone che avevano voglia di raggiungere insieme un progetto comune».

Ora il progetto per il sito industriale di Settimo è quello di utilizzare sempre più l’intelligenza artificiale nella produzione degli pneumatici con appositi sensori innovativi. «Abbiamo ridotto i tempi di sviluppo dei nostri pneumatici per una casa automobilistica di circa il 30%, con un costo inferiore del 20%, aumentando la produttività» ha spiegato l’ex presidente di Telecom Italia, che assicura di non aver però ridotto il personale. «Al contrario - ha spiegato - abbiamo assunto nuove figure: in giro per il mondo abbiamo circa 500 nativi digitali che lavorano su data analisi e modelli. Se riusciamo ad applicare in modo intelligente l’intelligenza artificiale - ha aggiunto - è chiaro che riusciamo a effettuare un salto di produzione».

Tronchetti Provera vorrebbe vedere applicato tale modello anche alla pubblica amministrazione: «Sarebbe qualcosa di miracoloso» ha detto con un pizzico di ironia. Poi è tornato serio parlando dello sviluppo difficoltoso dell’intelligenza artificiale nel nostro continente: «Noi come Pirelli siamo legati alle aziende americane, dobbiamo lavorare con Microsoft, Google e Open Ai, perché l’Europa non ha neanche una società che sia in grado di fornire a noi europei quelli che sono i modelli fondanti dell’intelligenza artificiale. Questa nuova Europa - ha sottolineato - deve darci la possibilità di muoverci su un terreno solido per essere competenti in questo settore che rappresenta qualcosa di grosso, dal momento che tra ottobre e dicembre Stati Uniti, Europa e Cina hanno deciso di regolamentare a modo loro l’intelligenza artificiale».

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