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Il processo
01 Febbraio 2024 - 06:40
Foto di repertorio
Quando quella ragazza ha subito i primi abusi sessuali dallo zio, aveva solo 11 anni. Era il 2003 e non ha mai detto nulla a nessuno. Fino a quando ha scoperto che quell’uomo, fratello di suo padre, aveva fatto lo stesso alle sorelle più piccole: a quel punto le tre ragazze hanno «unito le tessere del puzzle e sono esplose come un fiume in piena, raccontandosi tutto» come ha riportato in tribunale una dei loro avvocati, Enrica Zola. Ora lo zio rischia una condanna per violenza sessuale aggravata e percosse: l’imputato, 45 anni, nega tutto e parla di un complotto ordito contro di lui. Per il sostituto procuratore Cesare Parodi è colpevole: «Chiedo una pena a dieci anni di carcere».
Il crollo della sorellina
L’ultimo atto di questo storia terribile, almeno per il primo grado di giudizio, arriverà fra un mese esatto. Quando i giudici decideranno su di una vicenda straziante, emersa solo nel 2021: «In questi casi si dice che, per un giudice, è più facile assolvere che condannare - premette Parodi - Non stavolta: ci sono racconti autentici e la testimonianza di un’amica, senza contraddizioni. E c’è il tentativo di suicidio della sorella minore, quando aveva solo 16 anni. Poi è andata in comunità e, faticosamente, ha raccontato tutto. Altro che complotto».
Due decenni di abusi
La più piccola delle tre sorelle ha raccontato di aver subito abusi sessuali dallo zio quando lui andava a trovarla a casa. E anche le due ragazze più grandi, che oggi sono due donne, hanno riportato di aver subito le stesse violenze quando erano piccole: praticamente, secondo l’accusa, il 45enne si chiudeva in camera con le nipotine e approfittava di loro. E, a quanto pare, è passato da una all’altra man mano che le giovani crescevano.
«Quando è emerso quello che era successo alla più piccola, le altre non hanno realizzato subito - riporta ancora l’avvocato Zola, che assiste le parti civili insieme ai colleghi Luciano Paciello e Pinuccia Cassatella - Infatti, quando una è stata sentita in incidente probatorio, ha negato di aver subito abusi in famiglia. Poi ha realizzato, si è confrontata con l’altra sorella e hanno ricordato tutto». Per loro è stata una botta: «Hanno provato vergogna e paura - aggiunge l’avvocato Cassatella - Si sono colpevolizzate perché si sono convinte che, se avessero denunciato, forse la sorellina non avrebbe subito quello che è toccato a loro».
Scontro in famiglia
Dopo che la sorella più grande ha testimoniato, lo zio l’avrebbe aggredita, urlando la frase “Cos’hai fatto” e strattonandola con violenza. Lei avrebbe replicato “sei un pedofilo”, minacciando di chiamare il padre. Che, una volta scoperto tutto, si è scagliato contro il fratello.
L’imputato, assistito dall’avvocato Roberto Doriguzzi Breatta, respinge ogni accusa: «Mi ha sempre detto: “Io quelle cose non le ho fatte”. Chiedo che venga assolto: non possono valere racconti fatti a spizzichi e bocconi».
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