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IL CASO
01 Febbraio 2024 - 19:22
«Mirafiori e Pomigliano sono gli stabilimenti italiani più a rischio per effetto delle politiche del governo Meloni». Pesano come un macigno le parole contro il governo dell’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, fatte all’agenzia Bloomberg proprio il giorno prima del tavolo dell’automotive di ieri al Ministero del Made in Italy che ha messo sul tavolo 950 milioni di incentivi elettrici con la speranza di rinnovare il parco auto italiano e incentivare la produzione. Una botta e risposta con un’ulteriore offerta da parte del ministro Adolfo Urso di «statalizzare un quota di Stellantis» e una possibile apertura a costruttori stranieri, qualora gli incentivi non bastassero.
L'allarme della Fiom
Nel frattempo però Mirafiori sta morendo e i sindacati sono già sul piede di guerra: «Le dichiarazioni di Tavares su Mirafiori e Pomigliano sono gravissime: il Governo ha deciso di assecondare la richiesta di Stellantis rispetto gli incentivi. Stellantis deve dare risposte alle lavoratrici e lavoratori italiani. Non si possono dare soldi pubblici senza garanzie» dichiara Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil chiedendo un incontro urgente con l’amministratore delegato.
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«I problemi strutturali non sono stati risolti, abbiamo tutte le incertezze sulla stabilità degli stabilimenti italiani e dell’indotto e di conseguenza sull’occupazione» spiega Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore mobilità. Il segretario generale Fiom Torino, Edi Lazzi giudica la situazione di Mirafiori: «Davvero preoccupante, anche alla luce di voci uscite in queste ore, sull’eventualità che il gruppo potrebbe decidere di scendere da 4 a 3 stabilimenti in Italia». «Le lavoratrici e i lavoratori sono sconcertati» aggiunge Gianni Mannori, responsabile Fiom Cgil a Mirafiori.
Stellatis soddisfatta
«Ora possiamo metterci tutti ai nastri di partenza per ottenere il miglior risultato e per rilanciare anche la produzione delle vetture elettriche e Hybrid che già produciamo a Mirafiori, Melfi e Pomigliano. Ribadisco il nostro impegno nei confronti del Paese con l’ambizione di raggiungere anche il famoso milione di veicoli nei prossimi anni» ha detto Davide Mele, responsabile Corporate Affairs di Stellantis Italia, durante il tavolo al Mimit, aggiungendo però altre richieste per lo sviluppo dell’auto elettrica: «Noi non ci tiriamo indietro ma riteniamo fondamentali alcuni specifici fattori abilitanti in questo cammino verso l’elettrificazione del parco auto italiano: gli impatti delle normative sulla continuità della produzione attuale a prezzi accessibili, il proseguimento a lungo termine di incentivi adeguati alla vendita di veicoli elettrici e del rinnovamento del parco, lo sviluppo della rete di ricarica per sostenere i clienti e la competitività dei costi industriali, incluso il miglioramento del costo dell'energia, che è chiaramente messo in discussione dall’offensiva cinese con un vantaggio competitivo del -30%».
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