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Il caso
02 Febbraio 2024 - 08:40
La "bravata" dei ragazzi a Settimo ripresa dai cellulari dei residenti
Sono stati immortalati nel video girato da un residente. E adesso altri video stanno complicando ancora di più la loro posizione: sono i nove minorenni di Settimo che ora sono stati denunciati dai carabinieri per aver teso un nastro ad altezza d’uomo in via Leinì, all’uscita del sottopasso, nella notte tra sabato e domenica.
Il gesto era stato filmato con un telefonino da un abitante dei palazzi della zona, poi i carabinieri intervenuti sul posto hanno anche acquisito le telecamere presenti nell’area del sottopassaggio. Quella notte per fortuna nessuno si era fatto male, ma adesso i ragazzi ripresi nel video si sono presi una denuncia penale. Come già risultava dalle prime ricostruzioni dei militari, l’intenzione dei giovani quella notte era quella di fare un scherzo a un loro amico, che doveva passare in quel momento con la macchina o la moto. Una “bravata”, insomma. Per questo il gruppetto aveva teso il nastro legando una prima estremità a un segnale stradale e la seconda estremità a un palo della luce. Tuttavia, a un certo punto, dalla rotonda era sbucato un automobilista che, trovandosi davanti alla trappola, aveva ingranato la retromarcia per poi andare in contromano e fermarsi nel bel mezzo della rotatoria, scendere e tirare giù l’ostacolo. Che alla fine era un semplice nastro rosso di quelli che si utilizzano nei cantieri, e non per fortuna un cavo d’acciaio come invece successo a Milano.
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Della vicenda si sta ora occupando la Procura dei minori di Torino, che sta coordinando i carabinieri di Settimo, che sono riusciti a identificare e denunciare i nove ragazzini presenti domenica sera, tutti tra i 15 e i 16 anni di età. Ma hanno fatto delle scoperte ulteriori. Dalle indagini è emerso che oltre al nastro i giovanissimi avevano anche collocato, in due strade poco lontane, via Milano e via Schiapparelli, degli ostacoli di legno e dei cassonetti della raccolta differenziata, posizionati in modo da ostruire il passaggio delle macchine. Non solo: i militari hanno sequestrato i loro cellulari e hanno fatto ulteriori e inquietanti scoperte. Su WhatsApp c’era una chat intitolata “Gang”, dove il gruppo si inviava foto e video delle loro bravate. A conferma che gli episodi di domenica sera non erano isolati ma facevano parte di un’attività abituale: a quanto pare, ne combinavano di ogni tipo. Per questo ora potrebbe ulteriormente aggravarsi la posizione dei ragazzi, che risultano essere per lo più studenti di buona famiglia.
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