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LE REAZIONI
06 Febbraio 2024 - 10:29
La politica torinese diserterà il funerale di Vittorio Emanuele di Savoia previsti per sabato mattina al Duomo di Torino. Il sindaco Stefano Lo Russo non ci sarà «per un impegno fuori sede». Così ha detto senza scendere nei dettagli. Mentre il presidente della Regione Alberto Cirio si recherà a Trieste per celebrare il “Giorno del Ricordo”: insieme all’assessore regionale Marrone e il ministro Tajani accompagneranno gli studenti sui luoghi delle Foibe.
Con buona pace del figlio dell’ultimo re d’Italia che non riuscì mai a salire sul trono e condusse una vita discutibile, in perenne conflitto con il padre Umberto, coinvolto in fatti di corruzione ma soprattutto accusato dell’omicidio di Dirk Hamer nell’agosto del 1978 sull’isola di Cavallo, in Corsica. Accuse per cui il principe venne poi assolto.
Proprio sulla sua vita infatti si sofferma il fondatore e segretario dei Moderati, Giacomo Portas: «Il funerale lo facciano dove vogliono, di fronte alla morte bisogna avere rispetto, ma io non rispetto il modo in cui Vittorio Emanuele ha vissuto la sua vita» ha detto il leader dei Moderati.
Una critica ragionata arriva anche da Enzo Ghigo, l’ex presidente della Regione, attuale presidente del Museo nazionale del Cinema di Torino: «Mi sorprende che la camera ardente si tenga alla Venaria Reale che mantiene questo nome in rispetto della storia ma che in questi decenni è stata restituita alla comunità senza mantenere alcun legame con casa Savoia».
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Molto critico sulla scelta dei funerali all’interno del Duomo di Torino è l’assessore ai Diritti della Città di Torino, Jacopo Rosatelli: «Vittorio Emanuele non ha alcun merito, meno ancora legato a Torino, città dai forti valori repubblicani. Per questo non deve avere riconoscimenti pubblici. Un tributo in veste ufficiale - aggiunge riferendosi a eventuali uomini politici che potrebbero partecipare alle esequie - io penso che sarebbe una sgrammaticatura istituzionale».
Forse fa ancora più discutere la scelta della Basilica di Superga come luogo di tumulazione: l’ultimo principe di Casa Savoia sepolto a Superga è infatti il Re di Sardegna, Carlo Alberto. «Un fatto incomprensibile per una figura impresentabile» sottolinea il mondo granata tramite l’ex presidente del Toro, Tilli Romero, ricordando come Superga sia «il simbolo che ricorda quei galantuomini del Grande Torino».
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Gli unici a sostenere l’importanza del cerimoniale delle esequie del principe sono i monarchici: «E’ stato una persona gentile e onesta» spiega l’avvocato Alessandro Sacchi presidente dell’Unione monarchica italiana. «Superga - aggiunge l’avvocato Ludovico Boetti Villanis Audifredi - è l’unica soluzione storica possibile per la sua tumulazione».
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