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IVREA

Far west al pronto soccorso. Braccio rotto e calci in faccia agli infermieri

Troppe aggressioni a medici, oss e infermieri in ospedale. I sindacati chiedono interventi urgenti

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Troppe aggressioni al pronto soccorso dell'ospedale di Ivrea

Cinque aggressioni in poche settimane ai danni di infermieri e dottori nel pronto soccorso di Ivrea, in provincia di Torino, e i sindacati ora scendono sul piede di guerra.

Le due aggressioni più violente sono avvenute proprio negli ultimi giorni. Una nelle giornate del carnevale, quando un infermiere ha subito un trauma facciale a seguito di un calcio ricevuto in pieno volto. In seguito a un’altra, la peggiore, un Oss è stato addirittura costretto a un’operazione chirurgica in quanto gli è stato rotto il braccio con un calcio.

Abbastanza per convincere le sigle sindacali, all’unisono, a chiedere a gran voce un intervento del direttore generale. Cgil, Cisl, Uil e Nursind hanno infatti inviato una nota congiunta al direttore generale Stefano Scarpetta, sottolineando che «ormai non si contano più le segnalazioni ricevute quotidianamente e non solo nei pronto soccorso. Non solo assistiamo a quotidiane aggressioni verbali, ma gli operatori che lavorano già in condizioni difficili, devono vivere con la paura costante che prima o poi la situazione posso degenerare». Una situazione che nel tempo è peggiorata perché «tutte le criticità sociali vengono portate direttamente in ospedale, dove da anni chiediamo almeno un posto di polizia».

Le aggressioni negli ospedali sono ormai una triste consuetudine non solo a Ivrea. «Sappiamo che il problema delle aggressioni non è limitato all’Asl To4 - confermano i sindacati - ma la cosa che più ci fa rabbia, è l’indifferenza della direzione generale, alla quale abbiamo più volte chiesto di prendere seri provvedimenti. Fra l’altro oltre al danno anche la beffa: infatti non solo gli operatori vengono aggrediti, ma sono costretti a dover fare querela/denuncia da soli, sobbarcandosi anche eventuali spese legali. Una vergogna inaccettabile, sono abbandonati da tutti». Una rabbia dettata dal fatto che l’Oss ferito al braccio «non ha nemmeno ricevuto una telefonata da un rappresentante aziendale» e quindi i sindacati chiedono «zero tolleranza, formazione per il personale, procedibilità d’ufficio e un incontro con la Questura e i servizi sociali».

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