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L'ANALISI
08 Aprile 2024 - 17:15
Cassa integrazione alle stelle e incentivi all'acquisto dell'auto elettrica. Lo Stato si trova a dover sborsare una bella somma di denari pubblici per far fronte alla crisi della nostra industria: da una parte le ore di cassa integrazione che, secondo l'analisi della Uilm, sono aumentate di ben il 35% in Piemonte, dall'altra il crollo della produzione della 500 elettrica prodotta a Mirafiori.
Cassa integrazione: in Piemonte aumenta più del doppio rispetto alla media nazionale
In Piemonte, nei primi due mesi del 2024, sono state richieste 7.038.187 ore di cassa integrazione, in aumento del 35,6% rispetto allo stesso periodo del 2023 (+100,2% ordinaria, -12,6% straordinaria, -52,6% fondi di solidarietà gestiti dall’Inps). A livello nazionale sono state autorizzate 95.605.463 ore, con un incremento del 14,9%. E' quanto emerge dai dati del Servizio Lavoro, Coesione e Territorio della Uil Nazionale.
Nei primi due mesi dell’anno, gli ammortizzatori sociali hanno tutelato 20.701 lavoratori piemontesi. Tra le ore di cassa integrazione suddivise per provincia, il primo bimestre 2024 e 2023, vede Biella al +808,6%, Vercelli al +333,1%, Asti al +149,2%, Verbania al +91,3%, Novara al +63,7%, Alessandria al +26,7% e Torino al +21,4%. Soltanto Cuneo diminuisce la cassa al -32,5%. Torino, con 3.911.514 ore, si posiziona al quinto posto per utilizzo di ammortizzatori sociali, dopo Taranto, Roma, Napoli e Bari.
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Cortese, Uilm: "Mirafiori deve produrre 200mila vetture all'anno"
"Le forti preoccupazioni relative alle situazioni di crisi aziendali piemontesi trovano, purtroppo, conferma nei dati relativi alla cassa integrazione, che vede una recrudescenza dopo diversi mesi di stagnazione" sottolinea il segretario generale Uil, Gianni Cortese. "Tra le tante incognite - sottolinea - siamo particolarmente preoccupati per il futuro dello stabilimento Stellantis di Mirafiori, che deve essere messo nelle condizioni di produrre almeno 200mila vetture all’anno, con l’assegnazione della produzione di un modello di largo consumo. Particolarmente grave è la situazione dell’intero comparto della componentistica che occupa migliaia di lavoratrici e lavoratori piemontesi".
Giorda, Anfia: «L'Europa riveda i suoi piani»
E a proposito di componentistica e aziende automotive è intervenuto anche Gianmarco Giorda, direttore dell'Anfia (Associazione nazionale filiera industria automobilistica) durante il convegno "Il futuro non sarà più quello di una volta" presso la sede di Unicredit in via XX Settembre. "Le auto elettriche hanno performato molto male in Italia sul piano delle vendite, inoltre hanno un settimo dei componenti rispetto a quelle a motore termico, ciò significa che per realizzarle c'è bisogno di meno manodopera" ha spiegato Giorda, al lavoro sul piano strategico automotive redatto al tavolo con il Ministero e Stellantis. "L'Europa sbaglia - ha aggiunto - a obbligare il passaggio all'elettrico nel 2035 senza tenere conto delle imprese e del lavoro. Ci auguriamo pertanto che nella nuova commissione ci sia un approccio più neutro dal punto di vista tecnologico". In che modo? "Bisognerebbe ad esempio rivedere il calcolo delle emissioni di CO2 che al momento si misurano solo allo scarico in modo che si possa continuare a produrre auto con motore a combustione, alimentate con i biocarburanti e i carburanti sintetici che non inquinano quasi nulla".
Il presidente dell'Anfia insiste però anche sugli aiuti da parte dello Stato verso l'elettrico: "Le auto elettriche non si vendono perché gli acquirenti sono in attesa degli incentivi statali che mi auguro arriveranno al più presto. In Italia - ha chiosato - servono condizioni per agevolare l'industria, come ad esempio abbassare il costo dell'energia".
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