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IL FATTO
10 Aprile 2024 - 12:30
Nessun nuovo modello o aumenti di produzione a Mirafiori. È più di una “fumata nera” quella che esce dallo Stellantis Heritage di Mirafiori dove l’amministratore delegato ha incontrato i sindacati a meno di due giorni dal grande sciopero unitario del comparto automotive e metalmeccanico. Una convocazione inaspettata ma urgente che, però, non avrebbe visto al centro del confronto una strategia o, almeno, l’avvio di una trattativa con il gruppo che, nel frattempo, continua a salire in Borsa dopo tre giorni con il segno negativo: +1,83% a poche ore dall’inagurazione della linea di produzione delle nuove trasmissioni eDct.
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Carlos Tavares, incontrando le parti sociali, «ha subito evidenziato come un secondo costruttore in Italia - in particolare se questo secondo costruttore fosse cinese - non farebbe altro che togliere quote di mercato a Stellantis e, quindi, renderebbe la situazione ancora più critica dal punto di vista occupazionale». Dal canto loro, invece, le organizzazioni sindacali, seppur con sfumature e sensibilità diverse, «hanno rappresentato tutte le situazioni di criticità». A partire dalla necessità di portare almeno a 200mila autovetture la produzione a Torino. «Perché stiamo parlando di uno stabilimento che insieme all’indotto è sull’orlo del baratro» sottolinea la Fiom Cgil. Da parte dell’amministratore delegato, però, «non sono poi arrivate risposte su Mirafiori, come sugli altri stabilimenti Stellantis». Evidenza del fatto che «siamo all’inizio di un triennio molto importante per tutte le case costruttrici che dovranno capirel’industria automobilistica in Europa possa procedere spedita e ancora più veloce verso l’elettrico, oppure, nell’attesa dell’esito che avranno le elezioni europee, possa esserci un rallentamento». L’appuntamento, dunque, sembra rinviato alla fine del prossimo anno aspettando anche l’evoluzione del duello elettorale per la presidenza degli Stati Uniti.
«Questo ci potrà dire verso dove si andrà nel prossimo triennio e quindi anche dopo il 2030». Tavares su questo sarebbe stato lapidario. «Se voi oggi mi chiedete una strategia che arrivi al 2030 e anche oltre, io vi posso dire quelle che sono le mie idee, quelle che sono i miei pensieri, ma oggettivamente non vi posso dire le strategie». Anche per una questione di privacy” rispetto alla concorrenza. Insomma, per ora nessun annuncio di nuovi modelli o produzioni da allocare a Mirafiori o anche negli altri stabilimenti. Il perché della convocazione, specie alla vigilia di un grande sciopero unitario, resta un mistero a metà. Forse, il primo effetto della mobilitazione. «Dal nostro punto di vista è evidente che ci sia un tentativo di abbassare la tensione in vista della giornata di mobilitazione a Torino».
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