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(in)giustizia

Eternit-bis, annullata la condanna a Schmidheiny: processo da rifare ma incombe la prescrizione

Il rischio ora è che nessuno pagherà per la morte di Giulio Testore

Eternit-bis, annullata la condanna a Schmidheiny

Eternit-bis, annullata la condanna a Schmidheiny

Tutto da rifare nel processo Eternit-bis. 

La Corte di Cassazione ha annullato la condanna all'industriale svizzero Stephan Schmidheiny a 1 anno e 8 mesi per omicidio colposo a causa della morte di Giulio Testore, un dipendente impiegato nello stabilimento Saca di Cavagnolo, in provincia di Torino. Il caso è stato rinviato a una differente sezione della Corte d'Appello di Torino. Al momento, i motivi della decisione non sono ancora stati resi pubblici.

Lo rende noto l'Osservatorio Nazionale Amianto. «Un processo tutto da rifare, gli atti saranno rinviati in appello e nel frattempo i reati cadranno in prescrizione. Negata la giustizia per Giulio Testore, impiegato nello stabilimento Saca Eternit di Cavagnolo e deceduto nel 2008 a causa dell'asbestosi per l'esposizione all'amianto» spiega in una nota l'Osservatorio.

Nel 2018, in primo grado, Schmidheiny era stato condannato a 4 anni di reclusione per omicidio colposo. «La prescrizione incombe e le vittime rimangono senza giustizia - commenta il presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto, l'avvocato Ezio Bonanni -. Non possiamo comprendere, né condividere, la decisione della Corte. Il nostro impegno, comunque, proseguirà in tutte le competenti sedi, per la bonifica, la messa in sicurezza, la tutela medica e risarcitoria di tutte le vittime e dei loro familiari».

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