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INNOVAZIONE

Addio ai vecchi rivetti, ora gli aerei si costruiscono con la stampa 3D

Ecco i primi risultati dello studio condotto dal Politecnico di Torino con Leonardo e TÜV Italia per costruire i velivoli del futuro più leggeri e “green”

Addio ai vecchi  rivetti, ora gli aerei si costruiscono con la stampa 3D

Costruire aerei più leggeri assemblando i materiali con metalli stampati in 3d invece che con rivetti e colle. E’ l’ambizioso progetto “Mimosa”, in cantiere grazie al consorzio di università, aziende e centri ricerca, capitanato dal Politecnico di Torino, insieme otto partner strategici, tra cui Leonardo, TÜV Italia e Fenice.

«L’obiettivo è quello di realizzare aerostrutture multimateriale basate su giunzioni 3D fra metalli da manifattura additiva e compositi in fibra di carbonio» ha puntualizzato Giorgio De Pasquale, professore di Meccanica del Politecnico di Torino, incaricato del progetto. «Ci aspettiamo un impatto sull’aeronautica del futuro relativa ai voli di linea - ha sottolineato -, soprattutto nell’ottica della propulsione ibrida che richiede pesi sempre più leggeri. Grazie a questa tecnologia - ha aggiunto - si riduce il peso di decine di chili per velivolo, il tempo del processo del -65%, il costo complessivo del -15% e i consumi energetici del -60%».

La prima innovazione presentata è la tipologia di fabbricazione mediante il co-stampaggio di composito e metallo. La seconda è la separazione e il riciclo dei materiali a fine servizio. Mentre il materiale utilizzato, e testato, per unire i materiali è un composito: un polimero con fibre lunghe di carbonio. Che sostituisce l’utilizzo di rivetti e adesivi. «Proprio in questo senso - ha spiegato De Pasquale - il progetto Mimosa porta alla produzione, sfruttando brevetti specifici del Politecnico di Torino, di strutture multi-materiale composte da leghe metalliche e materiali compositi senza elementi intermedi (adesivi o rivetti) mediante l’integrazione di manifattura additiva metallica, trattamenti superficiali al plasma e fibre di carbonio. A fine servizio, le strutture realizzate con la tecnologia Mimosa potranno essere rigenerate grazie a un processo di atomizzazione che riduce gli scarti metallici in polvere a granulometria e composizione controllate, che diviene una materia prima secondaria per gli stessi processi di additive manufacturing».

Il progetto, finanziato nell’ambito del programma “Horizon Europe” ha preso avvio il 1 dicembre 2022 con durata complessiva di 36 mesi (conclusione prevista il 30 novembre 2025). «I risultati presentati riguardano la potenzialità della manifattura additiva in ottica aerospaziale secondo quattro linee guida principali: la progettazione, la certificazione, la sostenibilità e la protezione» ha spiegato Stefano Pasquino, project manager di TÜV Italia, illustrando poi i primi passi fondamentali del cammino verso la certificazione, riguardanti il i test e il controllo dei processi. «In questi quattro pilastri strategici, si inserisce l’integrazione reciproca di processi produttivi finora distinti e fra loro separati a causa delle differenti storie di evoluzione tecnologica». 

A inizio presentazione sono intervenuti anche il presidente della Regione, Alberto Cirio, in collegamento, e l'assessore all'Innovazione, Andrea Tronzano. «L'aerospazio è un settore in crescita che conta in Piemonte 15mila occupati in più in due anni» hanno sottolineato. «Siamo la capitale nazionale e internazionale di questo settore - ha aggiunto Tronzano -, altroché Stellantis». 

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