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IL CASO
23 Maggio 2024 - 19:29
Le tensioni al Politecnico, parzialmente occupato, hanno convinto il rettore Stefano Corgnati a potenziare la sicurezza, mentre la direttrice del dipartimento di Matematica dell’Università, Susanna Terracini (l’unica ad aver votato contro in Senato accademico l’interruzione del bando Maeci con Israele), ha deciso di legittimare la protesta dei Pro Palestina. Due mondi a confronto. Nel giorno della conferenza dei rettori delle università italiane (Crui) a Roma, a cui hanno partecipato il rettore di Unito, Stefano Geuna, e Corgnati. In sintesi: «cessate il fuoco», ma: «no al boicottaggio di Israele».
SICUREZZA RAFFORZATA
Un messaggio già espresso dal rettore del Poli che aveva anche deciso di denunciare in questura l’effrazione avvenuta ai danni del portone di ingresso su corso Einaudi, durante l’occupazione della sede di corso Duca. Un atto che ha messo in modo un potenziamento delle misure di sicurezza. «Il settore che si occupa di logistica e sicurezza è stato completamente riorganizzato» sottolinea Corgnati: «Con l’occupazione dei manifestanti - spiega - l’ateneo necessita di un presidio continuo di personale addetto alla sicurezza, mentre in situazioni ordinarie non necessita di persone al suo interno».
BANDIERE PRO PALESTINA
Diversa è la situazione al dipartimento di Matematica dove ieri, dopo un’assemblea con gli studenti, ricercatori e dottorandi, la direttrice Susanna Terracini, l’unica contraria all’interruzione del bando Maeci con Israele, ha permesso di affiggere fuori da palazzo Campana la bandiera della Palestina. (inizialmente fatta rimuovere), insieme alla bandiera della Pace e uno striscione con scritto «cessate il fuoco - libertà per gli ostaggi - via libera agli aiuti umanitari».
Lo stesso messaggio di cessate il fuoco è anche quello espresso dai rettori italiani riuniti a Roma al Crui, dove sono stati presi una serie di impegni dell’intero sistema accademico. A cominciare dall’intensificazione dei lavori della commissione mista, alla quale partecipano, con l’incarico «di proporre linee guida sui principi etici e deontologici che devono orientare l’utilizzo dei risultati della ricerca scientifica per un uso non militare». Ma sul boicottaggio a Israele non c’è stata nessuna marcia indietro: sulla ricerca infatti viene proposto di «proseguire la collaborazione scientifica con le università straniere di ogni Paese: «Interrompere gli accordi con le università - spiega una nota della Crui - significa infatti rigettare l’importanza di luoghi di riflessione, pensiero critico e confronto costruttivo. Scienza e cultura sono garanzia di liberi spazi di dialogo anche nella differenza di opinioni e visioni».
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