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L'INCONTRO
23 Maggio 2024 - 07:00
Una denuncia in questura contro ignoti, ma anche un segnale per far capire che si devono rispettare le regole del Politecnico. Così il rettore, Stefano Corgnati, ha deciso di agire, dopo l’effrazione (con rottura dei motorini del portone dell’ingresso laterale su corso Einaudi), avvenuta lo scorso sabato notte durante l’occupazione del quartier generale di corso Duca degli Abruzzi per opera degli studenti pro-Palestina: «La denuncia era un atto dovuto e ora stiamo ragionando in ottica di collaborazione per limitare i rischi e le tensioni» ha spiegato il rettore, appena uscito dalla seduta del senato accademico in cui è stato approvato il documento per la pace, ossia l’istituzione di gruppi interni al Poli per aumentare la consapevolezza di studenti, dottorandi, ricercatori e docenti, sulla ricerca in atto e sull’uso duale della tecnologia, che può avere anche scopi militari.
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Il cosiddetto “dual use” contestato dai manifestanti. Non certo un compito facile considerando che gran parte delle innovazioni tecnologiche quotidiane, da Internet alla termografia per l’efficientamento energetico degli edifici, sono nati in contesto militare. «Il ruolo del Politecnico è quello di garantire una coesistenza pacifica e democratica a tutti gli studenti, ma - sottolinea Corgnati - quelli che stanno occupando la sala Emma Strada, il cortile e parte dell’aula magna, non rappresentano la maggioranza. Ci sono altre rappresentanze studentesche che esprimono posizioni diverse».
Gli occupanti, di fatto, chiedono il boicottaggio di Israele da parte dell’ateneo. «Io credo - afferma il rettore - che il ruolo dell’università sia quello di creare ponti attraverso il sapere scientifico laddove si siano incrinati con il conflitto. Mentre il boicottaggio rappresenta una chiusura».
Insomma, tante visioni divergenti a confronto che rischiano però di trasformare il Politecnico in una polveriera. Non a caso Avio Aero e la Collins Aerospace, due tra le maggiori aziende a livello mondiale del settore aerospazio, che rappresenta il fiore all’occhiello della nostra economia, hanno deciso di disertare i Career Days: le due giornate, appena trascorse, destinate a far incontrare aziende e studenti. «E’ stata una decisione concordata per evitare tensioni con i manifestanti, una trentina, che hanno sfilato in corteo» fa sapere il rettore. Il numero complessivo degli studenti del Poli pro-Palestina invece resta ancora un mistero: «perché la sala dove si sono riuniti è chiusa dall’interno».
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