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la protesta

Blitz al Politecnico. Che si blinda con cancelli chiusi e vigilantes

Ieri sera 50 studenti hanno fatto irruzione nell'ateneo per unirsi a quelli già accampati

Il Politecnico con i cancelli chiusi (nel riquadro, i manifestanti)

Il Politecnico con i cancelli chiusi (nel riquadro, i manifestanti)

Cancelli chiusi e vigilantes. Così si presenta il Politecnico di Torino, dopo la manifestazione di ieri pomeriggio in centro città. Al termine del corteo che si è concluso a Palazzo Nuovo, una cinquantina di partecipanti ha raggiunto i cancelli dell'ateneo di corso Duca - dove da giorni ragazzi e ragazze sono accampati con una trentina di tende - e ha provato ad entrare. Niente da fare: il "Poli" era chiuso. Ma qualche decina di manifestanti è comunque riuscita a varcare i cancelli, e si è unita alla protesta degli studenti già presenti.

In tarda serata, al Politecnico è intervenuta la polizia. Gli "infiltrati" sono stati accompagnati fuori, anche se non ci sono stati particolari momenti di tensione. I ragazzi e le ragazze presenti da giorni all'ateneo, sono invece rimasti, e con loro le tende. I cancelli chiusi, semmai, stridono un po' con le dichiarazioni del rettore Stefano Corgnati, che aveva parlato di «apertura a tutti gli studenti, che potranno anche partecipare alla riunione del senato accademico». Riunione prevista il prossimo 29 maggio. Intanto però, il Poli si cautela con la vigilanza. E chiude i cancelli.

E a replicare a quanto accaduto ieri sera è proprio il rettore Stefano Corgnati: «Questo è un atto di violenza contro l'ateneo che non ha nulla a che fare con la libertà di manifestare, né tantomeno con la comunità studentesca del Politecnico. Fino a ieri sera - ha affermato il rettore - quella che coinvolgeva il Politecnico è stata una manifestazione di protesta da parte di membri della comunità studentesca del Politecnico di Torino. A seguito di questi ultimi gravi fatti, è un'occupazione da parte di individui per la stragrande maggioranza esterni al Politecnico. In questo momento così difficile - conclude Corgnati - chiedo a tutti di ritrovare, mantenere e rivendicare la nostra identità e il nostro ruolo di istituzione pubblica capace di guidare lo sviluppo tecnologico della società, forte della nostra tradizione e salda nei nostri principi e valori». 

L'ateneo fa sapere che ad allontanare i ragazzi è stata la vigilanza, non la Digos (che presidia gli accessi). E ribadisce il pensiero del rettore Stefano Corgnati di non avere alcuna intenzione di sgomberare i manifestanti. 

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