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la protesta
16 Maggio 2024 - 08:52
Il chiosco abusivo spuntato al Politecnico occupato
Brioches, dolci, marmellata. Ma si può bere anche il tè. E per pagare? “Offerta libera”, c’è scritto sulla scatola. Al Politecnico, dove l’accampamento dei collettivi pro-Palestina si è ingrossato arrivando a una trentina di tende, spunta anche un chiosco abusivo. Proprio appena varcata la soglia del “Poli”, in una protesta che sta raccogliendo adesioni da più parti come dimostrano le bandiere No Tav o quelle di Cuba. Perché la “Intifada” va anche finanziata, e allora ecco la soluzione: tè e biscotti. Il tutto mentre le lezioni, i corsi e i seminari vanno avanti.
Ma gli universitari, cosa ne pensano? «Problemi? Nessuno, finora. Certo, non possiamo fare finta che non esistano, quelle tende le vedono tutti. A me però interessa studiare», dice Gabriel, brasiliano, che fa ingegneria. Per Antonio (ingegneria anche lui, ma aerospaziale) questa forma di protesta è poco efficace: «Dovrebbero sensibilizzare in maniera diversa. Magari c’è qualcuno di loro che protesta con la sola scusa di non fare lezione». Che è quello che invece vorrebbero fare tutti quei ragazzi che dalle occupazioni e dalle assemblee si vogliono solo sfilare. Studiare, dare esami e basta. Ma apertamente non lo dice nessuno: «Scusate, non posso, ho lezione adesso», la risposta che danno in molti non appena si accenna all’occupazione e alle tende. Una ragazza bisbiglia: «Qui sono in pochi a volersi esporre in prima persona, su questo tema». Tradotto, chi preferisce pensare ai libri anziché partecipare alla protesta, gira sapientemente al largo da domande scomode.
Eppure, anche se la “Intifada” è pacifica, al Politecnico non è proprio tutto come prima. Ad esempio, ieri alle 17.30 il team Icarus, guidato dall’astronauta Maurizio Cheli, avrebbe dovuto presentare il drone a energia solare Ra 2.0. in un evento all’Energy center del campus di via Borsellino. Ma è saltato tutto, con la presentazione slittata al 29 maggio. Motivo? L’iniziativa è stata oggetto di contestazioni proprio da parte di quei collettivi che stanno occupando il Politecnico, Palazzo Nuovo e la facoltà di Fisica. I manifestanti si sono radunati ieri davanti al’Energy center con uno striscione con la scritta “I nostri saperi non sono armi per la vostra guerra”. «La determinazione delle università in lotta ha fatto saltare l’evento», hanno dichiarato gli attivisti alla notizia del rinvio. Il progetto Ra 2.0, che doveva essere presentato ieri, punta a sviluppare un drone capace di missioni di lunga durata con autonomia energetica grazie all’energia solare. Il prototipo inaugurale, chiamato “Amelia”, ha già dimostrato capacità promettenti durante il suo volo inaugurale nel maggio 2022. Adesso però il team Icarus del Politecnico punta a migliorare ulteriormente il design per raggiungere un’autonomia di oltre dieci ore. E il progetto per il nuovo velivolo, chiamato “Record Aircraft 2.0”, è già in fase di sviluppo e dovrebbe essere completato entro settembre di quest’anno. Il volo inaugurale è previsto invece entro la fine dell’anno, seguito poi da test di volo nel 2025. Il tutto culminerà con il volo di missione programmato per maggio 2025. Insomma, una vera e propria innovazione, da condividere per dimostrare, una volta di più, come il Politecnico di Torino sia un’eccellenza italiana e mondiale. Tutto saltato, purtroppo. Potere della “Intifada”. E persino l’aula magna del Politecnico, ieri, è stata occupata. «L’ateneo ora ci ascolti», hanno urlato i manifestanti.
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