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L' AUTOMOTIVE

Sconforto e diffidenza ai cancelli di Mirafiori per la nuova 500 ibrida

Di contro, il mondo dell’industria plaude all’annuncio di Tavares. «Ora serve ingegneria dedicata all’innovazione»

Sconforto e diffidenza ai cancelli di Mirafiori  per la nuova 500 ibrida

Si respira una certa indifferenza verso la notizia della produzione della nuova 500 ibrida ai cancelli di Mirafiori. I metalmeccanici, alle promesse di Tavares non ci credono. «Non comprano più le auto che produciamo. però comprano noi» commenta Enrico con una risata amara. «Cinesi, francesi... Ci comprano e ci vendono. La cosa migliore è spegnere la televisione e non leggere il giornale. O meglio, saltare le pagine dove scrivete di Stellantis» aggiunge poco dopo. Secondo Daniela, l’unica bella notizia riguarda le assunzioni dei giovani a Mirafiori: «Ma sul resto, sono scoraggiata. Sono entrata a lavorare qui nel 2012, era tutto diverso. Elkann non mi ispira nessuna fiducia».


Nessun entusiasmo ai cancelli dove, alle 14 gli operai si danno il cambio turno. Le pagine dei quotidiani parlano di “rinascita”, le opinioni dei lavoratori sono ben diverse. «Stiamo affondando. Chi la compra una 500 ibrida? Cerchiamo di essere oggettivi. Ce la fanno fare, scontando due anni di cassa integrazione, ma poi chi la acquista? Non mi fido» taglia corto Giuseppe. E nemmeno chi lavora in questi stabilimenti da decine di anni riesce a fidarsi. Come Bruna. «Una carriera di 37 anni in linea. Stavamo bene finché era Fiat: dall’epoca in cui si è letto Fca, tutto a ramengo» si sfoga la donna, prossima alla pensione. Come lei, Roberta: «Io sono quasi 40 anni che lavoro qui, sono al termine della mia avventura. Che dire, per come si mettono le cose, questa 500 ibrida non credo la vedrò nemmeno iniziare a produrre. Spero mio figlio non mi dica mai che vuole fare lo stesso lavoro mio “- e del padre, perchè il marito di Roberta lavora qui proprio come lei -. Fuori dal coro Walter “Finalmente una bella notizia. Dovremmo festeggiare”. Ma per vedere l’avvio dei lavori occorrerà attendere sino al 2026: verranno sfruttate aree di competenza attuale legate alla lavorazione della 500 elettrica. I cambiamenti necessari alla produzione della - ormai famosa - 500 ibrida vedono un lasso temporale necessario di almeno 18 mesi. “Noi viviamo alla giornata, è la cosa migliore. Lavoriamo qui da 7 anni. Siamo sfiduciati: pero’ una minima speranza, ancora, in fondo, la teniamo” commentano Antonio e Giovanni.


Antonio e Giovanni ai cancelli degli stabilimenti

Si contrappone alle perplessità degli operai, il mondo del plaudo dell’industriali. «Registro con piacere il passo avanti compiuto con la decisione di localizzare a Torino la produzione della 500 ibrida» premette il presidente dell’Unione Industriali Giorgio Marsiaj. «La scelta va nella direzione da noi auspicata di un aumento della produttività di veicoli in città - prosegue - che deve puntare al traguardo minimo delle 200mila unità per ridare solidità allo stabilimento cittadino e al suo ruolo di traino dell’intero indotto». Marsiaj ha poi sottolineato come l’annuncio di Tavares rappresenti «un riconoscimento alla nostra comunità e a ciò che rappresenta per l’industria automobilistica mondiale, in virtù della competenza di imprenditori, tecnici e manodopera che da sempre esprime». In ogni caso, per dell’automotive torinese è ora «altrettanto importante che l’azienda consolidi qui l’attività di progettazione e di ingegneria dedicata all’innovazione di processo e di prodotto dei suoi marchi».

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