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Il caso
01 Giugno 2024 - 09:20
Cristiano Ronaldo non si trova, il fratello non parla italiano e il processo sulle maglie “tarocche” slitta a ottobre. Sembra incredibile ma è il riassunto di quanto successo ieri in un’aula del Palazzo di giustizia di Torino, dove si discuteva della presunta truffa commessa da Hugo Dinarte dos Santos Aveiro, che altri non è che il fratello del campione portoghese. Il 45enne è socio di maggioranza della società portoghese Mussara Lda, che gestisce il merchandising del calciatore. Ed è imputato a Torino per truffa.
La parte lesa è un imprenditore torinese, Rocco Valenti della ditta Pegaso, che ha denunciato il 45enne dopo che i due avevano stipulato un contratto per produrre delle divise bianconere. Che sono poi state considerate fasulle e finite anche al centro di una causa civile con la Juventus, che accusa la Pegaso di concorrenza sleale per quelle magliette troppo simili a quelle ufficiali. Cui si sono pure aggiunti dei pupazzi raffiguranti CR7 in bianconero, costretti a rimanere nei magazzini della Pegaso.
E’ stato l’avvocato di Valenti, Roberto Capra, a farsi carico della convocazione di Cristiano Ronaldo per l’udienza di ieri: «E’ stato impossibile trovare una residenza cui inviare la notifica - ammette il legale - Abbiamo trovato il domicilio della società dove il calciatore gioca in Arabia (l'Al Nassr, ndr) e la sede della società del fratello, di cui Ronaldo ha delle quote. Sull’Arabia non abbiamo certezze mentre la notifica in Portogallo è andata sicuramente a buon fine». Di fatto, però, il campione non si è presentato a Torino. E potrebbe anche non venire mai: essendo imparentato con l’imputato, può rifiutarsi di testimoniare. «Ma possiamo anche sentirlo in videochiamata - rilancia la giudice, Alessandra Salvadori - Per un altro processo ho videochiamato in Bangladesh, posso rifarlo con l’Arabia».
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Si vedrà il 4 ottobre, quando è stata fissata la nuova udienza. Cancellata, invece, quella prevista per il 5 luglio: a Hugo Aveiro, che non parla italiano, non sono stati notificati gli ultimi atti in portoghese. Quindi bisogna avere il tempo di tradurli e inviarli di nuovo all’imputato. Che finora non ha partecipato alle udienze ma anche lui, nelle prossime, dovrebbe partecipare e raccontare la sua versione dei fatti.
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