Cerca

Il caso

Ultrà della Juve e spacciatori di coca: chi sono papà e figli gemelli arrestati per tentato omicidio

I tre sono stati arrestati insieme a un complice: i quattro italiani avrebbero accoltellato un nigeriano

Ultrà della Juve e spacciatori di coca: chi sono papà e figli gemelli accusati di tentato omicidio

Hanno tentato di uccidere Ehinomen Ehis Wilson, 46enne nigeriano, per un debito di droga: a quanto risulta, non aveva “versato” 200 euro ai suoi fornitori e per questo aveva rischiato la vita. Il 46enne, spacciatore che riforniva le popolari di via Sospello (e non solo), è poi finito in ospedale ma se l’è cavata, anche se i medici del Giovanni Bosco hanno dovuto asportargli la milza. Ieri, sette mesi dopo quell’agguato, la Squadra mobile di Torino ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del 50enne Sandro Tassone, dei suoi figli Alessio e Federico, gemelli di 22 anni, e di Giuseppe Giuliana, 30 (assistiti dagli avvocati Salvo Lo Greco e Mauro Sgotto): l’accusa per tutti è di tentato omicidio.

I fatti: l’agguato risale alla sera del 14 novembre 2023, quando Wilson si è ritrovato accerchiato ed è stato colpito a coltellate al tronco e all’addome, prima di essere abbandonato sull’asfalto. A quanto pare, un amico lo ha soccorso e lo ha accompagnato a casa, nei palazzoni popolari di via Sospello (dove vivono vittima e aggressori). Qui, però, si è accorto che le condizioni del nigeriano erano gravi e ha chiamato il 112: mentre il nigeriano veniva portato in ambulanza al San Giovanni Bosco, sono arrivate le volanti della polizia per accertare l’accaduto.

Da lì è cominciata una inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Paolo Scafi: con un’indagine lampo, gli agenti erano risaliti a Tassone senior, conosciuto in zona come “lo Zio”. E lo avevano arrestato, sicuri che fosse stato lui ad accoltellare il nigeriano: ad accusarlo c’era l’amico che lo ha soccorso, che ha raccontato di aver assistito alla rissa e poi di aver accompagnato il ferito in ospedale. Salvo poi bloccarsi, sostenendo di non aver visto così bene. Per questo lo Zio era stato scarcerato dal giudice per le indagini preliminari: non c’erano abbastanza elementi per accusarlo, anche alla luce «di una reticenza chiara, palpabile e anche comprensibile, visto il contesto delinquenziale e il conseguente rischio di ritorsioni». D’altronde anche la vittima aveva depistato, dicendo che dieci incappucciati lo avevano aggredito alla schiena in strada Settimo, nel quartiere di Barriera di Milano.


Nelle settimane successive il testimone chiave aveva riconosciuto gli aggressori e ammesso che, nelle testimonianze precedenti, aveva «paura di fare i loro nomi». Per questo è stato chiamato il 27 febbraio in Procura, dov'è stato sottoposto a sottoposto a incidente probatorio per mettere nero su bianco e cristallizzare tutto quello che sapeva e aveva visto.  Così, anche grazie a telecamere e intercettazioni, gli investigatori della Squadra mobile sono riusciti a chiudere il cerchio: coordinati dal pm Scafi e dalla dirigente Marzia Giustolisi, hanno attribuito nomi e volti ai quattro presunti responsabili, che risultano vicini ai gruppi ultras della Juve, "Bravi ragazzi" e "Primo novembre" (i gemelli hanno anche ricevuto un Daspo per gli scontri di Torin-Juventus del 2021). Merito pure dei tabulati telefonici, che avrebbero dimostrato come fossero tutti nel luogo dell’agguato.

Inoltre, a carico di due dei quattro indagati, sono emersi elementi anche per detenzione e smercio di 2 chili di cocaina, motivo per cui dovranno rispondere anche del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.
Tre degli arrestati sono stati presi in casa a Torino mentre il quarto era in prossimità della stazione centrale di Bologna, a bordo di un autobus diretto verso il sud Italia. Il Giudice per le indagini preliminari, nell’ordinanza che dispone la carcerazione, ha ravvisato la «sussistenza di gravi indizi di colpevolezza».

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da Alessio Tassone (@__alessio.t__)

Su Instagram spuntano foto e video dei fratelli Tassone, con Alessio particolarmente attivo nel pubblicare foto e video della sua principale passione, il muai thay, arte marziale nota come boxe thailandese. E spuntano anche frasi che, a leggerle dopo gli arresti, fanno riflettere: in cima al profilo il 22enne scrive "Dio non manderà nessuno a salvarci". E, come commento a una delle foto in sella alla sua moto, annuncia: "Dio proteggimi dagli amici che dai nemici ci penso io".

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.