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Processo smog, il giudice “salva” gli ex sindaci: prosciolti Appendino, Fassino e Chiamparino

I tre politici e i rispettivi assessori erano accusati di non avere fatto abbastanza per ridurre le emissioni

Processo smog, il giudice “salva” gli ex sindaci: prosciolti Appendino, Fassino e Chiamparino

Si è appena conclusa con una sorpresa la seconda udienza predibattimentale del cosiddetto “Processo smog”, in cui erano imputati per inquinamento ambientale colposo gli amministratori comunali e regionali che dal 2015 al 2019 hanno avuto una responsabilità rispetto alla tutela della qualità dell’aria della città di Torino. Cioè Sergio Chiamparino, Piero Fassino, Chiara Appendino e i rispettivi assessori all’ambiente, cioè Alberto Valmaggia, Enzo Lavolta, Stefania Giannuzzi e Alberto Unia.

Il giudice Roberto Ruscello ha disposto il proscioglimento di tutti gli imputati, respingendo la richiesta di prosecuzione del giudizio avanzata dai pubblici ministeri Gianfranco Colace Vincenzo Pacileo e dai difensori delle parti civili costituite all’udienza precedente, cioè il comitato Torino Respira, Greenpeace Italia e ISDE-Associazione Italiana Medici per l’Ambiente. Che ora spingeranno affinché la Procura impugni la sentenza.

«La decisione del giudice non è condivisibile, in quanto vi erano tutti gli elementi per passare alla fase dibattimentale - commenta l’avvocato Marino Careglio, difensore del Comitato Torino Respira - Confido che i pubblici ministeri vogliano impugnare tale sentenza, per poter giungere alla celebrazione di un processo pubblico che, al di là di quello che sarà il suo esito, costituirebbe un momento di approfondimento molto importante per la Città di Torino, al fine di comprendere le ragioni dello stato di inquinamento urbano, i gravi danni alla salute provocati dallo smog e soprattutto le misure che devono essere adottate dal Comune e dalla Regione per consentire alla popolazione locale, soprattutto quella più fragile, di respirare finalmente un’aria migliore».

L'avvocato Marino Careglio

Roberto Mezzalama


«Siamo ovviamente in disaccordo con questa decisione, con la quale il giudice rischia di privare la Città, ma più in generale l’Italia, della possibilità di affrontare in un dibattito pubblico e libero da condizionamenti politici il complesso tema della lotta all’inquinamento atmosferico - si sfoga Roberto Mezzalama, presidente del comitato Torino RespiraEravamo consapevoli delle difficoltà di promuovere una causa che ha molti elementi di novità, ma restiamo convinti della bontà delle nostre tesi. L’attività del Comitato Torino Respira non si ferma qui: chiederemo ovviamente ai pubblici ministeri di ricorrere contro la decisione del giudice e continueremo a studiare e portare avanti altre azioni legali».

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