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05 Luglio 2024 - 09:21
Dubbi e polemiche sul protocollo firmato in Prefettura con i vigilantes
Alcuni l’hanno chiamato “Mille allocchi sulla città”, chiaro riferimento al protocollo “Mille occhi sulla città” firmato in Prefettura e che prevede, per le guardie giurate, la segnalazione di reati lungo le strade di Torino. Vigilantes che non dovranno intervenire per fermare ladri e borseggiatori, ma dovranno solo segnalare il fatto. Tutto chiaro? Sulla carta sì, un po’ meno nella realtà. Almeno a sentire chi in strada ci va tutti i giorni a fare vigilanza. Così Massimo Raffi di Sav, Sindacato autonomo di vigilanza: «Questo protocollo è una presa in giro. Faremo un esposto in Prefettura a Torino, perché non esiste un protocollo operativo per chi fa vigilanza». Vale a dire? Il problema si pone se una guardia assiste a una rapina. Come dovrà comportarsi? «Non sappiamo se dobbiamo difenderci. E non possiamo segnalare e basta, perché poi dovremo restare sul posto. Ma in quel momento non stiamo facendo pubblico servizio, perché si tratta di vigilanza mobile saltuaria. Inoltre, non esiste una connessione con le forze dell’ordine, perché non c’è un collegamento tra la centrale degli istituti di vigilanza e la caserma dei carabinieri, ad esempio», conclude Raffi.
Dubbi anche dalla politica. «Quale rapporto ci sarà tra guardie giurate, forze dell’ordine e vigili? Come verranno coordinate queste presenze sul territorio in termini di interventi e di politiche di sicurezza? Infine il controllo rappresenta una sorta di sollievo per la vivibilità, ma non implica necessariamente un miglioramento della qualità della vita. Va accompagnato da azioni che assicurino opportunità aggregative e culturali», afferma Nadia Conticelli, consigliera Pd neo-eletta in Regione. Per un’altra neo-eletta, Alice Ravinale (Avs) e per Sara Diena, consigliera comunale di Sinistra ecologista «Questo protocollo rischia di solleticare atteggiamenti da giustizieri della notte e di prestarsi ad abusi».
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