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Il blitz

Il Suv più caro del mondo? Ora costa sequestri e arresti ai vertici della sua azienda

La Finanza accusa di bancarotta fraudolenta i vertici dell'azienda, che aveva collaborato con Ferrari, Audi e Porsche

Il Suv più caro del mondo? Ora costa sequestri e arresti ai vertici della sua azienda

Avevano creato il Suv più caro del mondo, il Karlmann King: valore stimato oltre 3 milioni di euro. Ma è stato sequestrato dalla Guardia di Finanza e l'azienda produttrice, la Vercarmodel Saro, è fallita nel 2020. E ora le Fiamme gialle hanno eseguito arresti e sequestri per i vertici della società, la famiglia di Rosario Falsone, accusati di bancarotta fraudolenta.

Un passo indietro: era dicembre 2020 quando il Tribunale di Torino dichiarava il fallimento della Vercarmodel Saro, azienda con sede a Beinasco che occupava 96 lavoratori e operava nella progettazione e prototipazione di auto. Il fallimento della società, che in passato aveva lavorato tra gli altri per Ferrari, Audi e Porsche, era stato decretato dopo mesi di incertezza legati all’andamento del mercato e alla situazione finanziaria dell’azienda. Infatti il giugno precedente la Vercarmodel Saro aveva chiesto 12 mesi di cassa integrazione straordinaria per tutti i lavoratori e aveva annunciato un piano di rilancio che, nei fatti, non si è concretizzato. Non era servito neanche il progetto milionario del Suv Karlmann King: disegnato da Luciano D'Ambrosio, era destinato ai mercati arabi e cinesi e aveva un concetto futuristico e materiali indistruttibili (tanto da essere definito "il Suv per l'apocalisse"). La carrozzeria è ispirata agli aerei Stealth, ha rifiniture in oro, sedili in pelle di coccodrillo, divanetto, cassaforte, un piccolo frigorifero e una tv gigante.

Ecco, ora tutto questo è stato sequestrato su disposizione del Tribunale: ora sarà a disposizione del curatore fallimentare Gianpiero Nebiolo, che potrà vendere il macchinone per ripianare i debiti dell'azienda. Non solo, i militari del Comando provinciale di Torino hanno eseguito un'ordinanza del Tribunale del Riesame che, dopo il pronunciamento della Cassazione, ha disposto gli arresti domiciliari per l'amministratore della società e e l’interdizione per sei mesi dall’esercizio di attività d’impresa e di uffici direttivi di persone giuridiche per un altro dei 12 indagati. Inoltre il Nucleo di polizia economico-finanziaria di Torino, guidato dal colonnello Alessandro Langella, ha eseguito il sequestro preventivo di denaro, beni mobili e immobili per un valore complessivo di 2,4 milioni di euro.

Le accuse sono bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Secondo gli investigatori, il titolare della Vercarmodel Saro e i suoi familiari si sono intascati soldi, orologi e gioielli con la complicità di due consulenti: in pratica, avrebbero “svuotato” il patrimonio dell’impresa in difficoltà attraverso una pianificata azione distrattiva, come si legge negli atti. 

L'indagato principale, secondo l'accusa, ha anche tentato di trasferire il suo business a una nuova società, costituita apposta per ottenere quel contratto di cessione del ramo d’azienda “sano” della società fallita). Infine avrebbe tentato più volte di rientrare in possesso dei beni aziendali dalla curatela, utilizzando dei prestanome compiacenti che si proponevano per l’affitto o l’acquisto degli immobili e dei beni strumentali oggetto del fallimento.

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