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Il caso

Giornalista aggredito, Casa Pound si difende dopo le accuse: «Non si è identificato, altrimenti…»

Il movimento di estrema destra dice la sua sull’aggressione ad Andrea Joly e le due denunce

Giornalista aggredito, Casa Pound si difende dopo le accuse: «Non ha detto di essere un giornalista»

«Non si è qualificato come giornalista, altrimenti non ci sarebbero stati problemi e gli avremmo anche rilasciato delle dichiarazioni. Come mai non ci sono video che mostrano come Andrea Joly sia andato in escandescenza, insultando e spintonando?».

Arriva, con un giorno di ritardo, la difesa dell’Asso di Bastoni e di Casa Pound dopo l’aggressione al giornalista de La Stampa, Andrea Joly. Mentre la polizia della Questura di Torino ha già denunciato due membri del movimento di estrema destra e ora sta cercando di rintracciare gli altri militanti presenti in quel momento e coinvolti nello scontro.

Era quasi la mezzanotte di sabato quando il giornalista si è avvicinato a via Cellini, incuriosito da cori, fumogeni e fuochi d’artificio. E poco dopo è stato preso a calci e spintoni dopo essere stato notato a fare foto e video fuori dal circolo Asso di Bastoni di via Cellini, da 16 anni ritrovo di Casa Pound nel quartiere San Salvario (proprio sabato si festeggiava il compleanno del “pub più odiato di Torino”, come viene chiamato dagli stessi frequentatori).
Le indagini della Digos della Questura, coordinata dal sostituto procuratore Paolo Scafi, si stanno concentrando sui filmati, almeno tre, che sono stati acquisiti in queste ore e che hanno immortalato la scena. L’attività investigativa ha già portato all’identificazione di un 45enne e un 53enne, entrambi militanti di CasaPound Torino. I due, con alle spalle precedenti legati alla loro militanza politica, sono stati riconosciuti dalla vittima e sono stati denunciati per violenza privata e lesioni personali con l’aggravante del reato commesso per agevolare l’attività di organizzazioni che abbiano tra i loro scopi la “discriminazione o l’odio etnico, nazionale, razziale o religioso”. Ma gli investigatori vogliono chiudere il cerchio: contro Joly si sarebbero scagliati altre persone, almeno quattro, che potrebbero esse identificate già nelle prossime ore.

Intanto Casa Pound Italia ha invitato Andrea Joly alla festa nazionale, Direzione Rivoluzione, che si terrà dal 5 all’8 settembre a Grosseto. Un invito, per il giornalista e l’europarlamentare Ilaria Salis a un dibattito sulla violenza politica: «Se Joly non cerca solo visibilità ma vuole esprimere le sue opinioni sul nostro movimento - dicono da Cpi - lo invitiamo a farlo direttamente con noi, presentandosi a una festa, qualificandosi e senza filmare di nascosto anche i minori presenti. In questi anni, le nostre porte sono sempre state aperte per dibattiti con giornalisti noti come Mentana, Formigli e Sansonetti». Anche l’Asso di Bastoni si difende dagli attacchi: «Abbiamo sempre sostenuto che la stampa debba essere libera - affermano dal circolo - Siamo anche contro la censura, cosa che ora invocano tanti di quelli che si dicono a favore della libertà». Sull’aggressione viene sottolineato che «proprio a difesa della libertà di stampa bisogna cercare la verità. Essendo ormai appurato che il giornalista non si è qualificato come tale, come avrebbe fatto qualcuno ad aggredirlo per quello? Cosa c’entra il giornalismo? - proseguono dall’Asso, aggiungendo che - i video online sono stati tagliati in due momenti».

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Dopo gli attestati di solidarietà e la condanna dell’accaduto da parte di tutte le forze politiche, ora su internet montano le polemiche. E sui social network piovono insulti, offese e minacce verso il giornalista e verso il suo quotidiano. Da profili fantasma o dai nomi fantasiosi spuntano frasi come «ne ha prese poche» a «quelli della vostra redazione... vanno menati a prescindere».

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