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CARCERI
18 Agosto 2024 - 16:21
"Ci affidiamo al Presidente Mattarella affinché 'scuota' l'indifferenza dei decisori. Non c'è più tempo!". Si conclude così la lettera dal carcere di Torino, scritta dalle detenute del penitenziario Lorusso e Cutugno, poi inviata ai vertici dell'amministrazione: una lettera che in poche ore diventa virale, dai contenuti molto simili a quelli scritti sul messaggio pubblicato sui social pochi giorni prima.
"Siamo le ragazze detenute nel carcere di Torino - si legge nella missiva -. Con questo scritto vorremmo divulgare pubblicamente che il giorno di Ferragosto faremo lo sciopero del carrello rifiutando il cibo dell'amministrazione penitenziaria e che quando terminerà la pausa estiva del Parlamento inizieremo lo sciopero della fame ad oltranza e a staffetta, pacificamente affinché venga concessa la liberazione anticipata speciale o qualsiasi misura che riduca il sovraffollamento e riporti respiro a tutta la comunità penitenziaria". Le detenute proseguono affermando che il decreto carceri "non serve a nulla". "Il sistema andrebbe riformato da zero…c'è poco personale, il reinserimento non esiste". Nella lettera viene, infine, lanciato un appello: "Chiediamo a coloro che si sono indignati rispetto alle condizioni di detenzione di Ilaria Salis di fare lo stesso per le condizioni di noi ristretti in Italia".
La vicesindaca con delega ai Rapporti con il sistema carcerario della Città di Torino, Michela Favaro, ha successivamente diffuso una nota stampa con un commento proprio a quella lettera:
"È ormai evidente che servano misure urgenti e non più rimandabili e, in questo senso, la possibilità di inviare in domicili protetti quei detenuti che potrebbero scontare gli arresti domiciliari allo studio del Ministro Nordio potrebbe costituire un primo importante passo per alleggerire l’emergenza. Occorre migliorare al più presto la situazione nelle carceri e soprattutto in quelle di Torino con l’obiettivo prioritario di migliorare le condizioni sanitarie e psicologiche delle persone che si trovano a scontare una pena, così come le condizioni di lavoro del personale di custodia. A livello nazionale occorre tornare ad investire in edilizia carceraria, ma anche in rieducazione e reinserimento delle persone, con un particolare attenzione per i più giovani. In questo quadro il lavoro congiunto e sinergico del Governo e delle istituzioni locali è fondamentale e la Città sta facendo la sua parte: ad inizio agosto abbiamo istituito un tavolo permanente con tutti gli enti, le istituzioni, le associazioni coinvolti per definire gli interventi di riorganizzazione dei servizi rivolti ai minori detenuti al Ferrante Aporti. Visto che si tratta in gran parte di minori stranieri non accompagnati l’obiettivo è quello di aumentare il numero delle strutture di accoglienza sia per ospitarli in alternativa alla detenzione ai domiciliari sia per permettere loro dopo aver scontato la pena di restare sul territorio e dare continuità al progetto educativo intrapreso”.
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