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il reportage

Droga e violenze, il parco del Valentino torna a fare paura

Spacciatori ovunque, tossici che dormono sul prato: «Compriamo crack a Porta Nuova e lo fumiamo qui». E non mancano le rapine

Mourad, 31 anni, dipendente da crack, vive al Valentino

Mourad, 31 anni, dipendente da crack, vive al Valentino

Mourad ha tagli ovunque. Sulle braccia, sulle gambe. Dice di avere 31 anni, ma ne dimostra almeno dieci in più. «Il crack mi ha fatto questo. Mi alzo la mattina e ho solo voglia di fumare». Vive al Valentino, insieme a un altro ragazzo del Gambia che non vuole dire il suo nome. Un parco, il “Vale”, un tempo orgoglio della nostra città e che invece adesso sta tornando a fare paura. Perché gli episodi di insicurezza stanno diventando troppi. Due giorni fa l’ultimo caso, in viale Virgilio: i poliziotti dell’Upg hanno arrestato un 27enne e una 32enne per rapina aggravata in concorso. La coppia aveva preso a calci una donna per rubarle la borsa, ma era riuscita solo a sottrarle il telefonino per poi dileguarsi nel parco. A luglio, due stranieri sono finiti in manette perché, armati di coltello, avevano provato a rapinare una ragazza durante una festa di laurea al termine degli esami universitari. Ancora a fine giugno, era successa una rapina con annessa estorsione da parte di una donna, 40 anni, a capo di un branco di nordafricani che aveva accerchiato una vittima. «Dammi i soldi o dico che mi hai stuprata», l’intimazione. Anche per lei, erano scattate le manette.

E questo solo per restare negli ultimi due mesi e mezzo. Il polmone verde di Torino quindi ha un problema, legato alla sicurezza. «Qui in tantissimi fumano il crack», assicura Mourad. «E qualcuno fa le rapine per poi comprarsi il fumo». Lui racconta di essere uscito di prigione a gennaio. «Sono stato dentro due anni e quattro mesi». Il reato, non lo rivela. Ma assicura: «Qui c’è tanta droga. Il “giro” migliore ce l’hanno i senegalesi. Sono loro che comandano. Poi ci sono gli algerini. Vuoi il crack? Vai a Porta Nuova e lo compri, torni qui e lo fumi. Ma puoi comprare anche coca ed eroina».

Senza dover camminare troppo fino alla stazione, lo stupefacente si trova tranquillamente anche al parco, perché i pusher stazionano ovunque. Un ragazzo africano nasconde qualcosa tra le rocce, vicino alla famosa “collinetta”. Ad un certo punto, qualcuno lo avvisa di presenze indesiderate con tanto di macchina fotografica in mano. Parte un fischio e l’uomo si volta. Capisce l’antifona e gira al largo. Tornerà certamente lì qualche minuto dopo. Venti metri più avanti, dalle parti del Life, ecco un altro spacciatore, seduto su una panchina. Si controlla le tasche e digita qualcosa sul telefono. Indossa la maglia numero 7 della Juve, senza nome però. Chissà se anche lui, in caso di controllo, fornirà il suo vero nome o si celerà come fanno molti altri qui, nel parco degli invisibili dove droga e insicurezza si mischiano ai “fitness lovers” impegnati nella loro corsa mattutina e alle famiglie che vanno in giro col risciò.

Mourad intanto inizia a chiedere soldi, in cambio di informazioni. Davanti a cinque euro, racconta: «Sono qui dal 2015, prima ero a Sassuolo. Lavoravo in nero, mai fumato droga. Ora che sono a Torino ho scoperto il crack». E infatti quei cinque euro non li userà per un panino. Basta allontanarsi e arriva un ragazzo, che parla al telefono con le cuffie. Va da Mourad, e si prenderà cinque euro che però, a quanto pare, bastano per una “fumata” soltanto.

Tutto questo succede all’ombra dei cantieri per riaprire le discoteche. Tra l’altro, anche qui ci sono stati dei problemi, visto che la riapertura (annunciata a fine maggio) per quest’estate non si è verificata, anche per colpa della piogge. I lavori comunque ci sono e si spera, per la prossima estate, di vedere rifiorire gli storici locali della movida. C’è poi Torino Esposizioni, dove spicca la scritta “Torino cambia” sui cartelloni dei lavori. Qui la data di consegna è il 2026, quando al Valentino troverà posto la nuova Biblioteca civica centrale all’interno del Padiglione Nervi e avremo la rifunzionalizzazione del Teatro Nuovo. Ma questo è il futuro. Il presente, invece, parla d’altro. E fino a pochi mesi fa il Valentino era l’incubo degli automobilisti, a causa del lanciatore di sassi. Un 25enne egiziano che scagliava pietre contro le auto. Finito in manette, era tornato libero e si era rimesso a lanciare sassi, prima di un nuovo arresto.

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