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25 Agosto 2024 - 08:30
Resta in carcere il "Rambo" di Locana: per il gip è troppo pericoloso
La bomba ce l’aveva nella cuccia del cane. Nascosta dentro un tubo di scolo, quelli per raccogliere l’acqua piovana. E’ quanto emerge dalle indagini a carico di Denny R., arrestato dai carabinieri e che nel comune di Locana ha sparato quattro colpi di pistola contro l’abitazione di un vicino. L’uomo, 36 anni, in casa nascondeva un vero e proprio arsenale fatto di fucili e pistole con relativo munizionamento. Oltre appunto all’ordigno. L’arresto è stato convalidato nella giornata di ieri dalla giudice Marianna Tiseo del tribunale di Ivrea.
Il novello “Rambo”, già noto alle forze dell’ordine e sottoposto, tra l’altro, all'obbligo di permanenza in casa in orario notturno, si era recato in frazione Boschetto e aveva sparato quattro colpi con una pistola calibro 9 contro l’abitazione di un vicino, con il quale nei giorni precedenti aveva avuto dei dissidi. Il vicino, però, non era in casa (e nemmeno la sua compagna) e il 36enne aveva sforacchiato le finestre al piano terra e al primo piano dell’abitazione. Partita subito la chiamata ai carabinieri, sul posto si erano presentati i militari della stazione locale e del Radiomobile di Ivrea, che hanno ricostruito la dinamica dei fatti e si sono recati a casa di Denny R., per arrestarlo. Un vero e proprio blitz, che si è svolto con l’ausilio di una squadra delle Api (acronimo di Aliquote primo intervento del Radiomobile di Torino) e delle unità cinofile per la ricerca di armi ed esplosivi.
La perquisizione domiciliare ha dato esiti sorprendenti, visto che i militari dell’Arma hanno trovato e sequestrato un piccolo arsenale: una pistola Beretta calibro 9 irregolarmente detenuta con relativo munizionamento (compatibile con i bossoli repertati nell’abitazione della vittima); una pistola Pederzoli calibro 45 irregolarmente detenuta; un fucile ad avancarica, anch’esso di provenienza illecita. Dulcis in fundo, una bomba di mortaio, scovata dall’unità cinofila di Volpiano, successivamente messa in sicurezza e rimossa dagli artificieri antisabotaggio. Che appunto si trovava in un tubo di scolo collocato dentro una cuccia di uno dei cani dell’arrestato.
E non era finita, perché dalle verifiche è emerso che la pistola Pederzoli era stata rubata dal 36enne nel 2017. Come risultava dalle indagini, l’uomo era sprovvisto di porto d’armi “e non avrebbe potuto esserne titolare in quanto sottoposto all’affidamento in prova ai servizi sociali”. «Ho sparato perché sapevo che in casa non c’era nessuno. Perché l’ho fatto? Il mio vicino mi ha minacciato», le sue parole agli investigatori. Dalle indagini è emersa la pericolosità dell’uomo, per il quale è stato convalidato l’arresto. Il 36enne resta in carcere.
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