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A Palazzo di giustizia
16 Settembre 2024 - 16:46
Da un lato, «la difesa dei deboli contro tutti i prepotenti». Dall’altro, la lotta alla criminalità organizzata e a chi, nelle pubblica amministrazione e nella politica, stringe «patti scellerati con le mafie, che offrono un bacino di voti ma poi chiede in cambio dei favori».
Sono due delle principali priorità su cui lavorerà Giovanni Bombardieri, che stamattina si è insediato come procuratore capo di Torino: il magistrato, 61 anni, arriva dalla Procura di Reggio Calabria e prende il posto della facente funzione Enrica Gabetta (che resta come procuratore aggiunto fino all’anno nuovo, quando si trasferirà a La Spezia).
«Arriva in un ufficio retto da pezzi da novanta - ricorda Modestino Villani, presidente del Tribunale che ha formalmente affidato l’ incarico a Bombardieri - Oltre a Gabetta, ricordo Giancarlo Caselli, Marcello Maddalena e Anna Maria Loreto».
Il nuovo procuratore sorride, ringrazia e cita anche altri suoi predecessori, come Armando Spataro e Bruno Caccia, cui è intitolato il Palazzo di Giustizia (è stato ucciso ucciso dalla ‘ndrangheta il 26 giugno 1983): «Fama ed esperienza di Giovanni lo precedono - continua Villani, usando il nome di battesimo del magistrato - Siamo sicuri che sarà un ottimo procuratore». Elogi anche dalla presidente dell’Ordine degli avvocati, Simona Grabbi, e dal predecessore Gabetta, che ha sottolineato l’impegno di magistrati, polizia giudiziaria e impiegati della Procura: «Anche se manca il 40% del personale amministrativo: stando ai numeri, dovremmo chiudere certi uffici».
Giovanni Melillo, procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, sottolinea la conoscenza che il magistrato ha «dei fenomeni criminali che caratterizzano anche questo distretto». Lucia Musti, appena arrivata a Torino come procuratore generale, aggiunge: «Per Bombardieri è il primo lavoro al Nord ma non sarà un problema: è l’uomo giusto al posto giusto, il Piemonte è una terra di mafia che lui conosce nel dettaglio. Dobbiamo tenere la barra dritta».
Il nuovo procuratore si presenta così: «Per me è un grande onore essere in un ufficio tanto prestigioso e importante. Ringrazio e garantisco il mio impegno come e più di prima per la lotta alla mafia. E lancio un appello alla gente comune: non è più tempo di voltarsi dall’altra parte ma di stare vicino a chi denuncia le mafie. La criminalità organizzata si sconfigge solo con un lavoro comune».
Poi allarga lo sguardo: «Assicuro di continuare lungo la linea in cui si è distinta questa Procura in passato: continueremo la lotta ai fenomeni collegati all’eversione, così come il contrasto senza tentennamenti e senza timori a coloro che non accettano le regole democratiche e cercano di imporre la propria visione con la forza. Allo stesso modo combatteremo la violenza di genere. Ma è un fenomeno tristemente comune a tutto il Paese e andrebbe affrontato, oltre che dal punto di vista penale, con misure culturali, sociali ed economiche».
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