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IL CASO
20 Settembre 2024 - 18:42
Uno sparo contro una villetta durante la caccia al cinghiale
Un colpo partito per errore? L’imprudenza di un cacciatore che sperava di portarsi a casa la preda? Un proiettile per la caccia al cinghiale, nei giorni scorsi, è finito contro la finestra di una villetta di Revigliasco, danneggiandola. Se l’avesse oltrepassata, avrebbe potuto uccidere. Per fortuna, è rimasto incastrato nel vetro, ma non basta questo a tenere a freno le preoccupazioni dei residenti.
È successo al complesso del Redentore, al confine con Pecetto. Tutt’intorno, in collina, è ripartita da poco la caccia al cinghiale. Una famiglia che abita lì racconta di aver sentito almeno sei spari: tre intorno alle 7 di mattina, gli altri verso le 8,15. Poi i residenti hanno iniziato la giornata, sono arrivati in cucina e si sono accorti del colpo di carabina che aveva danneggiato gravemente il loro infisso. «Hanno segnalato subito il fatto ai vicini di casa e ai carabinieri – ripercorre Michele Felici, amministratore del Redentore – Sappiamo che, in quelle ore, era in corso una battuta di caccia al cinghiale. Qui ce ne sono molte, sono autorizzate secondo i piani di contenimento. Noi non le contestiamo in sé, ma è evidente che c’è qualcuno che non rispetta le regole della caccia, se è finita così».
Si è trattato di un errore? «Anche fosse, non diminuirebbe la gravità dell’episodio. E poi perché nessuno è arrivato a scusarsi e assicurarsi di non aver fatto male alle persone? La situazione è preoccupante, i residenti non sono sereni». Proprio per questo, valutano di preparare un esposto da inviare al Comune di Pecetto e a quello di Moncalieri.
È la prima volta che succede qualcosa del genere? Ammette Felici: «Prima nessuno aveva mai rischiato la vita per il proiettile di un cacciatore. Ma già gli scorsi anni, a volte, c’è stato da ridire con chi pratica la caccia in queste zone. Dovrebbero segnalare la loro attività con dei cartelli appositi, ma non sempre lo fanno. Anche domenica i residenti hanno potuto parlarne con due cacciatori che hanno visto tra le colline, poco dopo l’episodio. Sostenevano di non saperne niente e di non essere loro i responsabili».
Adesso resta una finestra da aggiustare e tanta paura. La stagione della caccia non è finita.
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