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IL CASO

Uno sparo contro una villetta durante la caccia al cinghiale

Paura tra Revigliasco e Pecetto, il proiettile per fortuna non ha colpito nessuno

Uno sparo contro una villetta durante la caccia al cinghiale

Uno sparo contro una villetta durante la caccia al cinghiale

Un colpo partito per errore? L’imprudenza di un cacciatore che sperava di portarsi a casa la preda? Un proiettile per la caccia al cinghiale, nei giorni scorsi, è finito contro la finestra di una villetta di Revigliasco, danneggiandola. Se l’avesse oltrepassata, avrebbe potuto uccidere. Per fortuna, è rimasto incastrato nel vetro, ma non basta questo a tenere a freno le preoccupazioni dei residenti.

È successo al complesso del Redentore, al confine con Pecetto. Tutt’intorno, in collina, è ripartita da poco la caccia al cinghiale. Una famiglia che abita lì racconta di aver sentito almeno sei spari: tre intorno alle 7 di mattina, gli altri verso le 8,15. Poi i residenti hanno iniziato la giornata, sono arrivati in cucina e si sono accorti del colpo di carabina che aveva danneggiato gravemente il loro infisso. «Hanno segnalato subito il fatto ai vicini di casa e ai carabinieri – ripercorre Michele Felici, amministratore del Redentore – Sappiamo che, in quelle ore, era in corso una battuta di caccia al cinghiale. Qui ce ne sono molte, sono autorizzate secondo i piani di contenimento. Noi non le contestiamo in sé, ma è evidente che c’è qualcuno che non rispetta le regole della caccia, se è finita così».

Si è trattato di un errore? «Anche fosse, non diminuirebbe la gravità dell’episodio. E poi perché nessuno è arrivato a scusarsi e assicurarsi di non aver fatto male alle persone? La situazione è preoccupante, i residenti non sono sereni». Proprio per questo, valutano di preparare un esposto da inviare al Comune di Pecetto e a quello di Moncalieri.

È la prima volta che succede qualcosa del genere? Ammette Felici: «Prima nessuno aveva mai rischiato la vita per il proiettile di un cacciatore. Ma già gli scorsi anni, a volte, c’è stato da ridire con chi pratica la caccia in queste zone. Dovrebbero segnalare la loro attività con dei cartelli appositi, ma non sempre lo fanno. Anche domenica i residenti hanno potuto parlarne con due cacciatori che hanno visto tra le colline, poco dopo l’episodio. Sostenevano di non saperne niente e di non essere loro i responsabili».

Adesso resta una finestra da aggiustare e tanta paura. La stagione della caccia non è finita.

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