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IL REPORTAGE
26 Settembre 2024 - 18:30
A fare il giro del mondo non servono i proverbiali ottanta giorni, bastano ottanta minuti che, per forza di cose, si prolungano a seconda della curiosità e del piacere di lasciarsi trasportare dal gusto di un cibo “buono” a trecentosessanta gradi. Anzi, attraverso almeno 180 presìdi del gusto sparsi per il pianeta. Sono le prime impressioni che chiunque potrà confermare a pochi minuti dall’apertura ufficiale di Terra Madre - Salone del Gusto 2024. Nemmeno il tempo di conoscere «la meravigliosa natura di Taitung» che ci presenta Chinguy da Taiwan insieme con le specialità a cui stanno lavorando come «pesce, caffé e vino». E poi gli «indiani d’america originali» che arrivano dalle Rocky Mountains del South Dakota per raccontare del loro «amore per l’ambiente» dalla voce di James e Pizi. Così si arriva all’Arabia Saudita con il suo caffé speziato, datteri dal sapore incredibile fino a scoprire che in Azerbaijan si coltiva il pomodoro San Marzano che in oriente perde l’aureola e finisce per chiamarsi Marsan Tomato.
Percorsi del gusto
A Terra Madre, poi, non è da perdere il percorso sensoriale, vicino all'Orto Slow Food, che permette a visitatori di tutte le età di esplorare il mondo agricolo attraverso i cinque sensi. Ma il Salone non finisce a Parco Dora perché nei paraggi si può conoscere l’attività del MaCA che organizza laboratori su scienza e alimentazione, oltre a insegnare come creare “orti urbani”, mentre allo Sporting Dora c’è la Escape Room "In Cibo Civitas" che sfida i partecipanti a fare scelte alimentari sostenibili. Infine, Acqua San Bernardo che offre un gioco virtuale sull'uso responsabile dell'acqua, mentre il Masaf Ismea offre la possibilità di scoprire la “smielatura” con successive degustazioni.
Il messaggio del Papa
La ventesima edizione di Terra Madre - Salone del Gusto, però, si è aperta con il messaggio inviato da Papa Francesco. «Mi rivolgo a contadini, allevatori, pastori, cuochi, pescatori e artigiani che da vent’anni fanno parte della rete di Terra Madre. E mi rivolgo anche a tutte quelle donne e quegli uomini che hanno a cuore il bene di questo Pianeta: tutto quello che ci circonda è un dono e noi abbiamo il dovere di rispettarlo e preservarlo. Vi invito a continuare a camminare insieme verso il percorso intrapreso: la vostra determinazione e il vostro esempio diverranno così simboli di vera speranza e stimoli determinanti nel costruire un mondo migliore» ha sottolineato Bergoglio poco prima del “taglio del nastro” a cui hanno partecipato il governatore Alberto Cirio per la Regione Piemonte e l’assessore al Tempo libero, Mimmo Carretta, per Palazzo Civico.
Noi siamo natura
Lo “slogan” di quest’anno è “We are nature” che vorrebbe ricordarci il fatto d’essere «animali tra gli animali», ovvero, «il cibo che mangiamo e che proviene dalla terra» come sottolinea la presidente di Slow Food Italia, Barbara Nappini. «Il sistema alimentare dominante è incardinato sul profitto. Ed è tempo di abbandonare questo approccio, per abbracciarne uno finalmente incardinato sulla vita. Alla politica chiediamo di facilitare l’integrazione delle attività umane negli ecosistemi che ci ospitano: servono scelte che non guardino alla prossima tornata elettorale, ma ai prossimi secoli». Un ammonimento arriva anche dal governatore Cirio. «Assistiamo a comportamenti che sono inaccettabili sul pianeta Terra e devono esserlo anche nel nostro Piemonte. La Regione che sostiene Terra Madre e continuerà a sostenerla ringrazia Slow Food per il suo ruolo e per la volontà di continuare a rimanere con le radici ben ancorate a Torino e nel Piemonte».
«Siamo onorati di ospitare a Torino 3mila delegati provenienti da 120 Paesi, in un luogo - Parco Dora - che è simbolo di rigenerazione urbana e culturale, uno spazio che si è trasformato da spazio industriale a luogo di incontro e integrazione» ha ricordato l'assessore Carretta. Durante i giorni di Terra Madre, Torino si arricchirà di voci, storie e tradizioni provenienti da ogni angolo del mondo, testimoniando l’importanza della socialità, della diversità alimentare e culturale».
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